Con la nomina dei viceministri e dei sottosegretari si è completata la lista dei membri del governo, ma si è allungata quella degli esclusi. I posti a disposizione, d'altro canto, erano solo 42 e sono stati accontentati solo 20 grillini, 18 democratici, due esponenti di LeU e 1 del gruppo MAIE.
Tra gli esclusi eccellenti ci sono le ex ministre del Conte 1 Barbara Lezzi (Sud) ed Elisabetta Trenta (Difesa), l'ex segretario del Pd Maurizio Martina e il capogruppo dei pentastellati Francesco D'Uva. Ambivano a un posto nel governo anche i democrat Deborah Serracchiani ed Emanuele Fiano e il grillino Luca Carabetta. Tra i più soddisfatti c'è il Pd dove, scrive l'HuffPost, i fedelissimi del segretario Zingaretti giudicano questa ripartizione come “un successo" sebbene i dem abbiano "la metà di deputati e senatori”.
Al Nazareno vanno sia la delega all'Editoria (l'orlandiano Martella) sia quella alle Telecomunicazioni (Gian Paolo Manzella, ormai ex assessore della giunta Zingaretti), mentre il viceministro allo Sviluppo economico è Stefano Buffagni. Il dem Antonio Misiani, invece, dividerà il ruolo di viceministro all'Economia con Laura Castelli. La nomina di Manzella, secondo l'HuffPost, potrebbe agevolare l'ingresso dei grillini nella giunta Zingaretti, in Regione Lazio.
Ma i malumori veri e propri ci sarebbero in casa dei pentastellati e non solo per la nomina del deputato siciliano Giancarlo Cancelleri a viceministro del Mit. Un parlamentare di peso avrebbe mormorato: “Emanuela Del Re, Di Stefano, Crimi, Sibilia, Ferraresi, Tofalo, Castelli, Villarosa.
Quasi la metà della squadra è composta dagli uscenti” e da qui sarebbe sorta spontanea la domanda: “E poi che facciamo? Ci mettiamo anche noi a premiare i trombati come tutti?”. Un sottile riferimento a Laura Agea, eurodeputata non rieletta e neo sottosegretaria agli Affari europei.
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