Conte pressato dal Colle: il dl Sicurezza fa acqua

I dubbi del Quirinale sul decreto restano. E così il premier si prende la rivincita sul vice leghista

Conte pressato dal Colle: il dl Sicurezza fa acqua

Roma «C'è una grammatica costituzionale: se si mette in dubbio la mia imparzialità si mette in dubbio anche l'azione di governo». Non è la prima volta che il premier Giuseppe Conte perde le staffe. Non è la prima volta che la Lega puntigliosamente critica il suo gioco di sponda al Movimento cinque stelle. Però, è la prima volta che ad attaccarlo è stato il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti. E non è un caso che proprio Giorgetti fosse assente (per impegni istituzionali) all'ultimo Consiglio dei ministri notturno di lunedì 20 quando si è consumato l'ennesimo scontro tra il premier e il ministro degli Interni a proposito del decreto Sicurezza bis.

Giorgetti, in quel momento così delicato per la tenuta dell'esecutivo, era invece a Milano dove è stato sentito dire - nel corso di una cena organizzata per le multinazionali americane e alla presenza dell'ambasciatore statunitense - che il voto di domenica prossima «sarà uno choc» e che «la stabilità non è nemmeno alla lontana parente di questo immobilismo». Il riferimento è alla raffica di puntualizzazioni di Conte e alla lunga teoria di «no» che i Cinque stelle stanno mettendo come bastoni tra le ruote della Lega. Cose che Giorgetti aveva anche spiegato in maniera più garbata ma sempre puntuta nel corso di un'intervista alla Stampa della settimana scorsa. Intervista appunto che ha fatto perdere a Conte il suo tradizionale aplomb e il suo proverbiale sorriso. «Non possiamo accettare - aveva commentato iroso, il premier - allusioni affidate agli organi di stampa. Chi lo fa se ne assume la responsabilità». Più di questi diktat, però, a pungere è stato quel «no» sussurrato poco prima di mezzanotte lunedì a proposito del Decreto sicurezza bis. Salvini non si aspettava di essere fermato dal premier. E quindi smentito dal capo del suo esecutivo. È vero che Conte si è subito messo al riparo dietro allo scudo rappresentato dalle «riserve» di costituzionalità avanzate dal Colle. Al Quirinale infatti erano rimasti perplessi circa la possibilità di multare chi si prodigava nel salvataggio in mare di naufraghi.

Riserve queste che hanno dato al premier Conte la possibilità di prendersi una mezza rivincita nei confronti di chi lo accusa di non essere più imparziale e di usare due pesi e due misure a seconda di chi porti avanti i singoli punti del contratto di governo. Le esternazioni del premier ricordano quanto già avvenuto un mese fa quando con un colpo di mano nel corso di un Consiglio dei ministri Salvini fece stralciare il «Salva-Roma» dal Dl Crescita. «Questo è un organo collegiale - sbottò allora Conte all'indirizzo del ministro degli Interni - e non siamo qui a fare i tuoi passacarte». E un pensiero ben più adirato (ma rimasto inespresso) deve aver elaborato il premier quando si trovò sgretolato il suo lungo e faticoso lavoro diplomatico per la distribuzione europea dei 49 naufraghi della prima Sea Watch a gennaio. In quell'occasione il niet salviniano costò a Conte una magra figura con i colleghi europei. Oggi che il suo ruolo di super partes è messo in dubbio, il presidente del Consiglio tira fuori gli artigli e una collera finora inedita. Tanto che anche l'altro vicepremier, Di Maio, si è sentito in dovere di intervenire in suo aiuto. «Il premier - spiega - non ha detto una sola parola in campagna elettorale e non merita attacchi perché è un presidente garanzia». Intanto i grillini fanno sapere che il tempo gioca loro a favore anche sull'altro provvedimento (il decreto sulla famiglia) fermato dalle riserve quirinalizie e da quelle del premier. «C'è tempo per farlo meglio» dicono i grillini. «Noi non abbiamo fretta».

Insomma la cosa più

importante per il momento è ribadire l'imparzialità di un premier-tecnico. Sarà, pensano i leghisti, però lo vogliamo mettere alla prova su due punti del programma che non ammettono deroghe o ritardi: flat tax e autonomie.

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