Conte rinvia, Di Maio esulta ma l'Alta velocità va avanti

Il premier annuncia: non prendiamo impegni vincolanti In realtà non cambia nulla. Tajani rilancia il referendum

Conte rinvia, Di Maio esulta ma l'Alta velocità va avanti

I l premier Giuseppe Conte ha scritto una lettera a Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare la Torino-Lione, invitandola ad «astenersi da qualsiasi attività» che possa «produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici» per l'Italia riguardo ai bandi di gara. E ha informato anche il presidente francese Francois Macron e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker sul «supplemento di riflessione» deciso sulla Tav. E tutto questa senza, però, perdere i finanziamenti europei già stanziati che verrebbero ritirati se i bandi non venissero pubblicati sulla Gazzetta ufficiale europea entro la fine di marzo. L'iter d'avvio dei bandi, insomma, va avanti ma sotto una forma meno vincolante: domani Telt farà infatti partire gli inviti per i lotti in Francia del tunnel di base. Dal momento che in questi avvisi è prevista la «clausola dissolvente» grazie alla quale si può non dar seguito ai capitolati, in qualunque momento, senza oneri per la stazione appaltante e gli Stati. A fornire queste delucidazioni è lo stesso premier attraverso il suo profilo ufficiale Facebook. E presenta la conclusione (salomonica) come una vittoria #NoTav. «Ho chiarito che questo governo - scrive - si è impegnato a ridiscutere integralmente il progetto e ha intenzione di interloquire con la Francia e con la Ue alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite». Lo stesso premier poi aggiunge: «La società Telt mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l'avallo del mio governo e del governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato». In verità, nella lettera che lo stesso presidente Conte pubblica sui social per mostrare la trasparenza del lavoro del suo esecutivo, si nota un passaggio tutt'altro che irrilevante. È vero che la Telt ha detto che si limiterà a pubblicare soltanto gli avis de marchés ma in «assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario» si andrà avanti. Inciso, questo, che toglie valore politico alla mossa del governo che si è limitato a fornire ai media e ai social network una letterina del premier.

Insomma non è cambiato niente. Sotto il sole della Val di Susa le posizioni sono rimaste immutate. L'unica novità è l'avviso lanciato dalla stessa Telt (partecipata dal governo francese e dalle nostre Ferrovie dello Stato): un «nuovo rinvio della pubblicazione oltre il mese di marzo» comporterebbe un taglio della «sovvenzione europea di 300 milioni di euro».

Per i grillini questa è una vittoria. Di Maio mostra il suo volto più sereno e dice: «non potevamo permettere che lunedì si prendessero i soldi degli italiani e che ci vincolassero inutilmente a un'opera messa in discussione» e poi riferendosi a Salvini e alla minaccia di una crisi di governo sulla Tav aggiunge: «Non dobbiamo creare sempre tensioni».

«Non c'è nessuno che vince o che perde - replica Salvini - la Lega governa perché vincano gli italiani. Anche se rimango convinto che la Tav si debba fare per collegarci al resto dell'Europa. Però non è né questo né altro che mette in discussione un governo che in nove mesi ha fatto tanto».

La

trasparenza di Conte non convince il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino («roba da Repubblica delle banane») mentre il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani (Forza Italia) rilancia l'idea del referendum.

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