C'è chi ogni mattina dovrebbe accendere un cero. Alla Madonna? No, a Fabrizio Corona. Il paparazzo sborone finito in prigione manco fosse un criminalone, alimenta infatti - a sua insaputa - una schiera di cloni che, sulla somiglianza con lui, ci marciano alla grande tra feste, compleanni, serate in discoteca, inaugurazioni. Ma non tutte le «fotocopie» mostrano gratitudine verso l'«originale». Prendete, ad esempio, Massimiliano da Roma il quale, nonostante abbia rilasciato un'intervista all'autorevole rotocalco Fama in qualità di «sosia ufficiale» di Corona, tiene a precisare di «essere infastidito» dal fatto che la gente lo scambi col vero Corona. Massimiliano, che di professione fa il consulente finanziario, si dichiara addirittura «disperato», peccato però che tale «disperazione» non gli impedisca di bazzicare programmi tv in qualità di «gemello» ufficiale di Fabrizio. Eppure Massimiliano gioca a fare il sostenuto: «Ho perso la mia tranquillità. La gente mi guarda male. Quando Fabrizio era latitante, sono stato costretto a tapparmi in casa; mi ha perfino fermato una pattuglia e mi ha chiesto i documenti, io ho risposto Non sono lui, non ho nemmeno i tatuaggi». Strano però che i tatuaggi se li sia fatti dopo, quando sulla sua pagina Facebook è apparsa anche la scritta «sosia di Corona». Alla faccia della «tranquillità perduta»...
Altrettanto ipocrita come Massimiliano è anche un altro sosia di Fabrizio: Claudio, anche lui di Roma. Rivelatrice una sua intervista di qualche tempo fa nientedimeno che a DiPiù : «Interpreterò un film che si ispira liberamente alla vicenda di Fabrizio, racconta la storia di un paparazzo milanese che prova a cambiare vita». Anche Claudio non rinuncia a qualche schizzo di fango contro il suo benefattore artistico: «All'inizio il protagonista doveva essere Fabrizio che la produzione aveva messo sotto contratto. Corona aveva regolarmente preso patte alle riprese delle prime scene ma, tra processi e appuntamenti con gli avvocati, alla fine erano più le volte in cui faceva saltare le riprese che quelle in cui girava». Giusto per la cronaca: il presunto film, che si doveva chiamare «La fuga di Scarface», non è mai stato realizzato. Fin qui Massimiliano e Claudio. Ma gli artisti (o presunti tali) che partecipano a pagamento ad «eventi» dal «forte impatto spettacolare» non tanti. Basta dare un'occhiata ai più accreditati siti specializzati nella «fornitura di sosia» per verificare come Corona sia ancora oggi un personaggio gettonatissimo. Chi per hobby o per raggranellare qualche soldo si propone come «duplicato» di Fabrizio, viene puntualmente fermato per strada: e vai con autografi, selfie, inviti, party privati. Certo, non mancano neppure gli insulti, ma questo è tipico di un paese abituato a godere delle disgrazie altrui e a dare addosso a chi è già a terra. Trattasi probabilmente della la stessa gente che, quando Corona era «potente», gli scodinzolava dietro.
Ma torniamo a Claudio e alla sua voglia di «differenziarsi» dal più celebre Fabrizio: «Tanti mi chiedono una foto, e quando dico loro di non essere l'originale spesso mi dicono: Non fa niente, tanto sei uguale a lui, e scattano, anche per via dei tatuaggi. Sul petto ho una corona da re.
Fabrizio quella stessa Corona ce l'ha sull'avambraccio destro. Sempre sul petto io ho la scritta Mr. Claudio. Ho deciso di farmi tatuare il mio nome in modo che, quando sono a torso nudo, la gente capisca che non sono lui».Viva l'ingratitudine.
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