Coronavirus, per i media esteri l'Italia è quasi una zona di guerra

Il resto del mondo, prendendo per buone le parole di Conte, ha dato credito alla versione della pessima gestione dell'emergenza coronavirus di un ospedale italiano

Coronavirus, per i media esteri l'Italia è quasi una zona di guerra

La spiegazione che ha dato Giuseppe Conte a chi gli chiedeva perché in Italia il coronavirus avesse avuto una simile diffusione, decisamente più alta rispetto a quella registrata in tutti gli altri Paesi europei, ha avuto due conseguenze.

La prima è la reazione stizzita del governatore della Lombiardia, Attilio Fontana, a cui si è aggiunto anche l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. La seconda, sulla quale intendiamo focalizzare la nostra attenzione, riguarda l'immagine data all'estero del nostro sistema sanitario.

In altre parole, un americano o un francese che dovessero leggere sui giornali o ascoltare in televisione le parole del premier Conte, potrebbero pensare che l'Italia sia un Paese irresponsabile e dotato di un sistema sanitario incapace di gestire situazioni di emergenza. D'altronde le parole del premier italiano sono state abbastanza chiare.

A favorire la diffusione dell'epidemia sarebbe stata la "gestione di una struttura ospedaliera non del tutto propria secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi". Conte non ha fatto nomi, anche se appare quanto mai evidente come il nosocomio citato nel suo discorso possa essere proprio quello di Codogno, epicentro del focolaio lombardo. In merito al sistema sanitario nazionale, lo stesso Conte aveva poi detto che "è costruito su base regionale e non è predisposto per affrontare una emergenza come questa".

Gli effetti delle parole di Conte sulla stampa estera

Il resto del mondo, prendendo per buone le parole del presidente del consiglio italiano, non ha fatto altro che dare credito alla versione della pessima gestione dell'emergenza coronavirus da parte di un ospedale. Detto altrimenti: l'Italia si sarebbe ritrovata in questa situazione per colpa di un errore di valutazione.

Bloomberg ha dedicato allo scenario nostrano un lungo articolo nel quale ha evidenziato come "errori di sicurezza" avrebbero alimentato "il picco di coronavirus in Italia". Insomma, non proprio un bel biglietto da visita per il nostro Paese, tanto meno per i numerosi medici impegnati in prima fila sul fronte sanitario.

Scendendo nello specifico, il pezzo specifica che "dietro l'impennata del coronavirus che ha trasformato l'Italia nella nazione più colpita d'Europa, c'è una combinazione di sfortuna e protocolli di sicurezza che non sono stati all'altezza". Il confronto con Germania e Francia è impietoso: "Il motivo per cui l'Italia soffre più dei suoi vicini è una domanda che tormenta il governo e le autorità sanitarie. La rapida diffusione del virus si contrappone a cluster più modesti altrove in Europa, anche presso un fornitore tedesco di ricambi auto e in una stazione sciistica francese, dove le autorità hanno rapidamente identificato un vettore originale e impedito alla malattia di diffondersi".

Come una "zona di guerra"

Per fare altri esempi, la Cnn ha dedicato all'Italia vari approfondimenti in cui si leggono, tra le righe, toni più o meno apocalittici. Il nostro Paese viene visto come una sorta di "zona di guerra", dove 50mila persone sono state messe in quarantena, gli scaffali dei supermercati sono vuoti, i grandi eventi sono stati annullati e dove la ricerca del famigerato paziente zero non ha ancora portato frutti. I

l Guardian è ancora più diretto: "Italians struggle with 'surreal' lockdown as coronavirus cases rise". I casi aumentano e la situazione diventa via via sempre più surreale: abitanti della Lombardia nel "panico" e "strade deserte". "A circa 50.

000 residenti nelle città in stato di blocco – si legge nell'articolo - è stato detto di rimanere a casa ed evitare i contatti sociali, mentre scuole, negozi e aziende - a parte farmacie e alcuni supermercati - sono stati chiusi".

Forse è anche a causa delle dichiarazioni di Conte che lo scenario italiano, già di per sé delicato, viene adesso descritto dalla stampa estera con toni apocalittici.

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