Così i sindacati boicottano i sindaci anti fannulloni

Detective per i furbetti: a Calatafimi assoldati gli 007. Insorge la Cgil: "Scelta scellerata, solo uno spreco di soldi pubblici"

C'hanno provato, i sindaci di mezza Italia, a combattere l'assenteismo. Ma è andata a finire come a Roma, dove dopo lo scandalo sollevato dai pizzardoni rimasti a casa a centinaia a Capodanno l'insurrezione delle sigle sindacali ha bloccato sul nascere ogni timido tentativo di raddrizzare la barca. Nella Capitale - ha argomentato ad esempio la Uil - non c'erano assenti ingiustificati dal lavoro, ma «gente che è andata a donare il sangue. La legge lo consente». Anche l'ultimo dell'anno. Ma se pure così fosse, forse bisognerebbe cambiarle le leggi, come già Matteo Renzi auspicava quando, ancor sindaco di Firenze, bacchettava i dipendenti scattisti (sul filo della sirena di fine giornata) del Comune: «Chiamarli Fantozzi sarebbe far loro un complimento». Immediata l'alzata di scudi della Triplice: «Fantozzi sarà lui».

Nessuna mediazione, insomma, quando si tratta di stringere il cerchio attorno ai furbi. Nel settore privato le cose vanno diversamente: se un imprenditore ha il sentore che un suo lavoratore si assenti con l'inganno, sempre più spesso gli mette alle calcagna un detective. «Sono circa 10.000 le aziende che ogni anno si rivolgono a noi», dicono dalla Federpol, una delle associazioni del comparto. «Numeri in crescita - aggiungono - perché la crisi morde e non c'è più spazio per la tolleranza». Per accertare eventuali abusi, bastano in media 3.000 euro di compenso e qualche giorno di pedinamenti, con foto e video (ma niente intercettazioni audio, vietate).

E nel pubblico? Peggio che andar di notte. A Massa Carrara un consigliere comunale di Fi armato di telecamera s'è messo a seguire al bar i travet municipali patiti della pausa caffè, ovviamente in orario lavorativo. La denuncia se l'è beccata lui dalla Cgil: «Spiare sul lavoro è reato». A Torino, nel 2012, il consorzio intercomunale per la raccolta dei rifiuti ha ingaggiato il Magnum PI della Bovisa e si è ritrovato con i filmini di due operai che invece di spazzar le strade si giocavano lo stipendio alla slot machine , col carretto parcheggiato agli ingressi della sala. Cisl e Uil? «Legittimo l'operato dell'ente, ma niente licenziamento: occorre comprensione». Pure per questo, qualche settimana dopo, se non altro per evitare disparità di trattamento, appreso dei controlli avviati in gran segreto a Macerata dalla Guardia di Finanza sui dipendenti municipali la Cisl s'è subito schierata: «Non si faccia di tutta l'erba un fascio: no alla caccia alle streghe». E nessuno le ha cacciate.

Un tabù da abbattere, aveva pensato il sindaco di Calatafimi, Vito Sciortino, che nel paese che regalò la prima vittoria a Garibaldi e ai Mille lo scorso ottobre aveva tentato un'altra impresa storica: assoldare uno 007 «per verificare i permessi di uscita e rientro sul posto di lavoro e le modalità con le quali vengono condotti da operai e funzionari i servizi esterni con orario diversificato, anche nei giorni festivi, utilizzando veicoli comunali», oltre che per «valutare il reale utilizzo dei benefici previsti dalla legge 104 sull'assistenza ai familiari disabili, ovvero se di essi ci si avvalga per scopi diversi e personali».

Neppure il tempo di annunciarlo, che pronto è arrivato lo stop della Cgil: «Una scelta scellerata: ci sono altri mezzi per garantire il giusto rispetto dell'orario di lavoro, senza peraltro spendere male i soldi pubblici». Punto a capo e nulla di fatto: le streghe hanno vinto ancora. Come sempre.

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