Roma. Nel 2016 il gettito fiscale prodotto dai contribuenti persone fisiche è ammontato a circa 155 miliardi di euro. L'applicazione di una flat tax al 25% con un sistema di deduzioni forfettarie (no tax area + consumi) fino a 10mila euro, secondo le prime analisi del Centro studi del Pensiero liberale (Cspl), comporterebbe un incasso per l'erario di 125 miliardi circa. Ne consegue che il costo «vivo» sarebbe di circa 30 miliardi.
Ovviamente si tratta di prime stime che includono una molteplicità di fattori da analizzare singolarmente. In primo luogo, però, bisogna affermare che i sistemi fiscali a flat tax generalmente tendono all'equilibrio ripagandosi sia tramite i maggiori consumi e i maggiori redditi da questi derivanti sia favorendo l'emersione di attività in «nero».
Le prime anticipazioni del lavoro del Cspl evidenziano che, ipotizzando lo sfruttamento massimo delle deduzioni sulle spese per consumi nella fascia di reddito da 0 a 100mila euro, i contribuenti sosterrebbero costi che altrimenti non avrebbero affrontato. Se anche una minima quota di questi fosse ascrivibile al meccanismo della flat tax, ne conseguirebbe comunque un incremento di gettito. Un analogo meccanismo si può stimare per l'effetto-emersione sulle attività precedentemente occultate al fisco attraverso il sistema delle deduzioni.
Se le due ipotesi (aumento dei consumi ed emersione) si verificassero contemporaneamente, si avrebbe un aumento di gettito di oltre 39 miliardi di euro che compenserebbe oltremisura il minor incasso derivante dall'applicazione della flat tax. E questo al netto del gettito prodotto dallo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali che con l'attuale sistema di tassazione vengono irrimediabilmente mortificate. Nel caso in cui, invece, la spesa per consumi rimanesse invariata (circostanza da non escludere considerato che le persone a basso reddito hanno una maggiore propensione al risparmio) si avrebbero maggiori incassi per circa 23 miliardi e resterebbero da coprire circa 7 miliardi.
Le prime valutazioni del Cspl tengono conto di altre variabili. Innanzitutto, occorre conservare le deduzioni per carichi di famiglia che valgono 11 miliardi di euro, quelle per la cedolare secca sugli affitti (2 miliardi di euro) e una deduzione parziale degli oneri previdenziali (almeno 5 miliardi) senza contare il residuo del bonus sulle ristrutturazioni (5 miliardi). Una parziale copertura proviene dai 9 miliardi del bonus 80 euro che in un regime di flat tax non avrebbe più ragion d'essere poiché il prelievo nella fascia di redditi fino a 26mila euro annui lordi (cui si applica la provvidenza renziana) si attutisce comunque.
Per quanto riguarda la parte restante, almeno in una prima fase, nell'attesa di una corposa spending review, pare utile una maggiorazione dell'aliquota sui redditi sopra i 50mila euro in modo tale da recuperare parzialmente il gettito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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