"Non ho mai svilito la nostra storia comune, come sta facendo Matteo Renzi. È vero che in passato il centrosinistra ha conosciuto divisioni. Ma oggi si rischiano lacerazioni ben più drammatiche". In una lunga intervista al Corriere della Sera, Massimo D’Alema evidenzia una "rottura sentimentale" tra il Pd e una parte degli elettori. Che, secondo l'ex premier, si tratta di "una cosa più grave di una rottura politica".
Secondo D'Alema una parte degli elettori di sinistra ha "rotto con il Pd, e difficilmente il Pd li potrà recuperare". "Non lo dice un gufo - spiega - lo dice uno che resta nel Pd, seppur maltrattato. Sarebbe saggio cambiare tono. Perchè c’è qualcosa in Renzi che va al di là delle scelte politiche; è proprio questo tono sprezzante e arrogante, verso le persone del nostro stesso mondo, verso la nostra stessa storia". Per l'ex premier "rappresentare questi vent’anni come una lunga rissa in cui a un certo punto appare Renzi è una sciocchezza pubblicitaria. Al contrario, Renzi dovrebbe riconoscere quel che ha avuto in eredità". Ad esempio l’Expo, "ereditato dal governo Prodi, senza avere il buon gusto di dire almeno grazie". E poi: "l'atteggiamento sgradevole nei confronti del suo predecessore, Enrico Letta", che "ha messo in sicurezza il Paese".
Nell'intervista al Corriere della Sera D’Alema ammette di aver avuto egli stesso modi sprezzanti. "E infatti ho sbagliato - dice - e ho pagato un prezzo per questo. Ma posso essere stato spigoloso... non sono cattivo, nè vendicativo. Io ho difeso con spigolosità le mie idee; non ho mai massacrato le persone". Quindi, spiega di essere stato "coperto di insulti per aver fornito in un dibattito qualche dato oggettivo: nei sondaggi siamo precipitati dal 41% al 32; e le regionali hanno confermato la tendenza. Per ordine dall’alto è iniziato un linciaggio di tipo staliniano. Il Pd sta abbandonando molti valori della sinistra, ma non i metodi dello stalinismo". Vedere molti dei suoi collaboratori di un tempo schierati con Renzi gli fa un certo effetto di tristezza. Ma, aggiunge, "anche questo appartiene al metodo staliniano: fare attaccare i reprobi dai vecchi amici, dai familiari".
Ora il Pd deve mettere in conto una possibile scissione. Anche perché D'Alema non è il solo tra i big del Nazareno a lamentare un problema politico. "Confermo con parole mie che certamente c’è un problema politico, un disagio - commenta Pierluigi Bersani arrivando alla Festa dell’Unità di Milano - lo misuro girando le feste". Secondo l’ex segretario del Pd, "parecchia della nostra gente sta pensando che la si porti dove non vuole andare".
"A un problema politico si risponde con la politica", incalza Bersani secondo cui quella rilasciata al Corriere della Sera è stata "un'intervista sincera". "Con D’Alema si può essere d’accordo o no - conclude - ma certi ammonimenti o prediche a D’Alema, lo dico con un eufemismo vengono da pulpiti poco probabili".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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