D'Alema: "Ecco chi fu a ordinare l'arresto di Abdullah Ocalan"

Intervistato da "Il caffè di Rai 1", l'ex premier Massimo D'Alema ha raccontato tutta la verità sull'arresto di Abdullah Ocalan, il leader del Pkk "ceduto" dall'Italia alla Grecia per poi essere tradito e consegnato alla Turchia da uno 007 ellenico

D'Alema: "Ecco chi fu a ordinare l'arresto di Abdullah Ocalan"

"Ocalan? Fu venduto da un ufficiale dei servizi segreti greci all'intelligence di un altro Paese" che ne permise la cattura - e l'incarcerazione con ergastolo - da parte della Turchia". A poco più di 20 anni dall'arresto del leader del Pkk turco Abdullah Ocalan, Massimo D'Alema - premier dal 1998 al 2000 - ha rivelato a "Il caffè di Rai 1" tutta la verità sulla vicenda. Fondatore nel 1977 del Partito turco dei lavoratori (il Pkk), considerato da molti Paesi una vera e propria organizzazione terroristica, nel 1998 Ocalan fu costretto a lasciare la Siria dopo un improvviso peggioramento dei rapporti diplomatici con la Turchia.

"La condotta italiana fu lineare e dignitosa", ha detto D'Alema con riferimento alla decisione del suo governo di accogliere il leader del Pkk alla disperata ricerca di un asilo politico. Ocalan arrivò a Roma da Mosca il 12 novembre 1998 accompagnato da un deputato di Rifondazione Comunista, Ramon Mantovani. Il capo del partito dei lavoratori turchi si consegnò subito alla polizia italiana confidando nella concessione dell'asilo politico, ipotesi accarezzata da D'Alema e poi abbandonata dopo le minacce di boicottaggio economico verso le aziende italiane. L'ex premier ha ricordato che il caso Ocalan "fu difficile da risolvere", con la Germania di Gerhard Schroeder che "non notificò all'Italia il mandato di cattura internazionale che aveva emesso" per paura delle "reazioni della minoranza turca". Contemporaneamente, "ci furono le pressioni di Turchia e Usa per consegnarlo" ad Ankara.

Poi l'ultima rivelazione, la più interessante. Finora si sapeva che, una volta ripartito dall'Italia, Ocalan era stato in Russia, trasferito con un aereo degli 007 di Atene in Grecia, quindi in Olanda e infine in Kenya, da dove il guerrigliero curdo sperava di poter proseguire verso il Sudafrica, sempre con l'aiuto dei servizi segreti ellenici. L'ex premier ha svelato che fu proprio un ufficiale greco a venderlo ai servizi di un altro Paese ("non della Turchia", ha precisato). L'ex premier non ha citato questo Paese, anche se all'epoca si era parlato di un possibile ruolo di Israele e soprattutto degli Stati Uniti che, a Nairobi, avevano la centrale della Cia in Africa.

La vicenda creò un terremoto politico in Grecia perchè ufficialmente il governo non aveva autorizzato la protezione di Ocalan. Il leader del Pkk nell'aprile 1999 fu condannato a morte da un tribunale turco, pena commutata nell'ergastolo nel 2002.

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