Il difensore dei diritti in Parlamento dal '94. Digiunò per lo ius soli

Il difensore dei diritti in Parlamento dal '94. Digiunò per lo ius soli

Per lui si erano mobilitati in centinaia, firmando una petizione perché gli si concedesse una deroga rispetto al limite di tre legislature e gli fosse così permesso di continuare a portare avanti le battaglie per i diritti civili e delle minoranze in cui si è sempre distinto. E invece nulla da fare nemmeno per il senatore Luigi Manconi. Nonostante gli appelli e le proteste lui, sociologo, giornalista e critico musicale, parlamentare sin dal 1994 quando fu eletto da indipendente con i Verdi, non è entrato nelle liste Pd. Settant'anni, affetto adesso da una grave forma di ipovisione che lo ha reso quasi cieco, è sempre stato un paladino dei diritti. Nella legislatura appena chiusa è stato presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato.

Da senatore è stato tra i dem dissidenti sul sì al Rosatellum. L'ultima battaglia, il digiuno per lo ius soli. Nelle scorse settimane, a proposito della mancata ricandidatura, aveva assicurato: «Continuerò la battaglia».

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