Divorzio dolce in casa Ap Fuga verso destra e sinistra

Evitata la rottura traumatica alla direzione del partito Da Lupi a Lorenzin, gli alfaniani puntano a ritrovarsi

«Convergenze parallele». Ecco la formula magica ripescata da un lontano passato democristiano per separarsi sperando di non fare troppo rumore. È divorzio tra il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che intende continuare a sostenere Matteo Renzi e Maurizio Lupi che invece torna nella galassia del centrodestra. Ma dato che il divorzio per i cattolici è un passo difficile da compiere, Alternativa Popolare ha rimandato l'annuncio ufficiale nel tentativo di trovare una formula che non appaia come una lacerazione. Insomma divorzio sì ma senza fare vedere che ci si tirano i piatti in testa. Quindi ieri la Direzione Nazionale, alla quale era presente pure Angelino Alfano, si è conclusa ufficialmente con un nulla di fatto ed è stata aggiornata a oggi alle 18. Non si vuole arrivare ad una conta, ad una votazione durante la quale si rischia che volino gli stracci. Ecco quindi che il vicecoordinatore Antonio Gentile, ha tirato fuori dal cappello le «convergenze parallele» di origine democristiana. Ossimoro attribuito ad Aldo Moro che alludeva al compromesso storico tra Pci e Dc. Ap arriverà ad un documento unitario che, spiegano: «Salvaguardi le due coerenze politiche emerse nella discussione: una di appartenenza alla propria storia politica e alla nascita del partito e l'altra di prosecuzione nell'azione riformista di governo, iniziata cinque anni fa».

Molto più chiare le parole di Lupi: «Siamo alternativi al Pd» nessun dubbio sul fatto che abbia già preso una strada opposta a quella della Lorenzin alla quale resterà come premio di consolazione il simbolo attuale di Ap. Con lei anche Angelino. «Io con nel centrodestra non posso tornare», commenta Alfano consapevole che si troverebbe davanti ad una porta chiusa. Con la Lorenzin e il Pd Fabrizio Cicchitto, Dorina Bianchi e Sergio Pizzolante. «Dobbiamo proseguire con l'azione politica riformatrice portata avanti negli ultimi cinque anni. - ha detto il ministro al termine della Direzione - Ma continuo a lavorare per giungere a una posizione unitaria dentro Ap». Ma le parole di Lupi non lasciano alcuno spiraglio per un accordo interno. «Ci stiamo dividendo sulla prospettiva delle nuove rotte - ha replicato Lupi- Serve una proposta seria, moderata e liberale, alternativa al Pd con cui abbiamo legittimamente governato, ma che dia una prospettiva a tante persone che si riconoscono in una idea moderata. A noi spetta questo anche unendo le altre forze. Si governa solo con il centro l'Italia può essere salvata e governata da una proposta di centro seria». Posizione condivisa anche dalla senatrice Simona Vicari che ha definito fallimentare per Ap l'esperienza di governo col Pd. Insomma Lupi, al quale resta il simbolo Ncd, è sempre più vicino a quella che viene definita la quarta gamba del centrodestra anche perché in Lombardia, dove Ap è già al governo con Lega e Forza Italia, l'alleanza con i lombardi ex alfaniani è già confermata per le prossime elezioni amministrative per le quali si voterà insieme alle politiche. Soddisfatto della scelta Roberto Formigoni che spera in un'intesa con Forza Italia.

Intanto alla quarta gamba sta lavorando uno dei fondatori, Flavio Tosi, insieme agli altri costituenti Enrico Zanetti, Enrico Costa, Gaetano Quagliariello, Raffaele Fitto e Saverio Romano.

A rinforzare le fila della gamba centrista dovrebbe arrivare anche l'Udc di Lorenzo Cesa e Antonio De Poli, insieme a Clemente Mastella e ad altri ex Dc. Ancora in attesa di sciogliere la riserva Stefano Parisi. Il leader di Energie per l'Italia vedrà Cesa in settimana.

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