Due arresti per le proteste. I violenti sono anarchici

Le indagini della Digos sui disordini di Milano. Denunciati anche otto cittadini incensurati

Due arresti per le proteste. I violenti sono anarchici

Dimenticate gli anarchici di una volta. Quelli con il volto coperto e le pietre in mano, che roteavano i manici di legno delle bandiere come bastoni e che a vederli marciare in piazza facevano venire la tachicardia. Gli anarchici che sabato pomeriggio a Milano si sono messi alla testa del corteo No Green pass, non si nascondono sotto i cappucci delle felpe e non brandiscono, minacciosi, oggetti di alcun genere. «Ma hanno ritmo, strategia e sanno bene come muoversi per condizionare un corteo anche solo a livello vocale, anche solo mettendosi in testa e gridando andiamo di qua! piuttosto che dirigiamoci di là!. Hanno senza dubbio una consapevolezza superiore della piazza rispetto a un qualunque cittadino esasperato» spiega il dirigente della Digos sotto la Madonnina, Guido D'Onofrio. Che insieme ai suoi funzionari e alla Procura sta valutando la posizione di circa 40 persone aderenti all'area anarchica milanese e varesina per deferirli all'autorità giudiziaria. Si tratta perlopiù di appartenenti del centro sociale «Telos» di Saronno (Varese) e di gruppi anarchici del quartiere milanese Corvetto con componenti marxiste leniniste, rigorosamente privi di leader.

Quindi, secondo gli analisti della Digos, se l'anima e il «gruppone» della manifestazione restano sostanzialmente acefali, caotici, frammentari e con obiettivi affastellati, gli anarchici hanno almeno il senso della «clacque» e sanno quando e come lanciarla. Provando così a dare alla manifestazione una identità, la loro. E segnando così un passo differente rispetto ai cortei precedenti del sabato pomeriggio. O almeno in apparenza.

«Il numero di anarchici finora visti in corteo, una quarantina di persone al massimo, è ancora esiguo e dal punto di vista dell'ordine pubblico non ha una vera incidenza. Certo, il loro discorso di base è destinato ad apparire sempre più ragionato rispetto a quelli sconclusionati della stragrande maggioranza dei manifestanti» spiegano alcuni professionisti del Reparto mobile, ogni settimana in prima linea nel confronto corpo a corpo con i manifestanti. E aggiungono: «Il vero problema resta la tenacia del marasma di gente qualunque, convinta che impedire a un milione e mezzo di cittadini di godersi la città il sabato pomeriggio e la sera, sia un'attività del tutto legittima. Se l'obbligo del Green Pass dovesse finire, siamo sicuri che troverebbero un altro fantasma da inseguire».

Quindi emergono le ultime elucubrazioni di questi manifestanti riunitisi anche sabato senza alcun preavviso. E che in 12mila hanno attraversato il centro di Milano, tentando - senza riuscirvi - di avvicinarsi insidiosi alla sede della Regione Lombardia, a quella del Corriere della Sera e della Cgil. Al termine del corteo la polizia ha arrestato due di loro denunciandone altri otto per interruzione di servizio pubblico, violenza privata, istigazione a disobbedire alle leggi e per manifestazione non preavvisata. Si tratta di persone normalissime dal punto di vista personale e professionale, tutte incensurate. Insomma, i classici cittadini al di sopra di ogni sospetto.

«C'è chi sostiene, convinto, che dopo esserci fatti vaccinare, nel 2025 moriremo tutti perché siamo vittime di una sorta di criminale sperimentazione di massa che punta a un ricambio generazionale -

spiegano in questura -. Altri, invece, insistono che la pandemia non è mai esistita o comunque che l'hanno inventata gli islamici per costringere i cristiani e il mondo occidentale a vaccinarsi e così ammazzarli piano piano...».

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