E ora Mattarella promette battaglia: «Sui marò ci batteremo contro l'India»

L'Italia alza la voce e l'India non molla. Per i marò sarà battaglia dura attorno all'arbitrato. Ieri è sceso in campo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che alla conferenza degli ambasciatori, in corso a Roma, ha alzato la voce in difesa dei fucilieri di Marina coinvolti nell'odissea giudiziaria indiana. Per il capo dello Stato, l'Italia è «un Paese che continuerà a battersi, con determinazione, affinché Massimiliano Latorre possa restare in Italia e Salvatore Girone vi possa rientrare al più presto». La dichiarazione di Mattarella è una risposta al governo di Delhi, che non molla sui marò e darà battaglia sulla nuova linea italiana. Roma è ricorsa alla Corte dell'Aia per arrivare a un arbitrato internazionale che una volta per tutte risolva il caso in base alla Convenzione sul Diritto del Mare dell'Onu (Unclos).

Al tribunale del mare di Amburgo, che ha fissato la prima udienza il 10 e 11 agosto, l'Italia ha chiesto la sospensione di qualsiasi atto giudiziario indiano ed il rientro di Girone da Delhi. Ieri il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha replicato garantendo nei confronti dei marò «l'impegno del governo a difendere le loro ragioni nelle sedi internazionali che abbiamo deciso di attivare».

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