Cronache

E il popolo di "Io Apro" si ritrova senza piazza

Dovevano ritrovarsi oggi davanti a Montecitorio. Possibilmente senza provocare gli stessi scontri della prima volta

E il popolo di "Io Apro" si ritrova senza piazza

Dovevano ritrovarsi oggi davanti a Montecitorio. Possibilmente senza provocare gli stessi scontri della prima volta. La Questura di Roma, però, ha negato l'autorizzazione alla protesta di piazza voluta dal movimento «Io apro». Secondo quanto precisato da una nota il luogo dove gli organizzatori volevano svolgere il loro sit-in di protesta è già occupato da un altro raduno regolarmente preavvisato nei giorni precedenti, «che si svolgerà nella stessa fascia oraria con la prevista partecipazione di 100 persone nel rispetto delle prescrizioni attualmente in vigore in materia di contrasto alla diffusione del virus Sars Covid-19».

Come spiegato in questi giorni su tutti i social network dagli organizzatori, l'idea era di portare nella Capitale ventimila manifestanti. Un secondo raduno decisamente più numeroso rispetto a quello dello scorso martedì 6 aprile, dove ci furono anche alcuni tafferugli con le forze dell'ordine. In ogni caso gli aderenti al movimento non hanno intenzione di fare passi indietro. Nel primo pomeriggio si ritroveranno al Pantheon e poi si sposteranno in piazza Montecitorio dove «andremo a sostegno del sit-in già autorizzato a un'altra associazione», spiega Momi El Hawi, uno dei referenti di «Io apro». Il ristoratore fiorentino di origine egiziana sottolinea poi come gli intenti siano assolutamente pacifici. «Non vogliamo scontri e non abbiamo intenzione di assaltare Montecitorio» conferma nel corso della trasmissione Mezz'ora in più. El Hawi specifica poi come il movimento sia assolutamente spontaneo «non siamo di destra o di sinistra ma persone esasperate». Un'agitazione che è figlia della disperazione, gli fa eco Antonio Alfieri, un altro dei leader di «Io Apro». «Non siamo violenti, siamo imprenditori e lavoratori, cerchiamo solo di resistere e ci vogliamo far sentire - spiega Alfieri - vietarci tutte le piazze mi sembra eccessivo, lo hanno fatto solo per mettere in difficoltà la gente». I punti cruciali sono sempre due: le riaperture «in sicurezza» e i ristori. «Ci hanno dato due lire - aggiunge Alfieri -, le banche non ci finanziano perché siamo catalogati come soggetti a rischio. Non ne possiamo più».

Chi invece in piazza c'è andato ieri è il popolo dei no vax. Quattrocento persone circa che si sono radunate a piazza del Popolo per protestare contro l'obbligo dei vaccini anti-Covid per il personale sanitario.

La protesta è stata indetta dal comitato «Di Sana e Robusta Costituzione» che parla di «esperimento sociale» dove tutti sono «al servizio della dittatura delle multinazionali per portare avanti, tramite l'accettazione incondizionata di un trattamento sperimentale, l'instaurazione di una nuova società disumanizzata».

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