E arriva il giorno più nero (finora). Quello in cui il bollettino dei decessi arriva a quota 627 in un solo giorno, di cui 381 in Lombardia. E se i numeri hanno ormai proporzioni che non riusciamo più a cogliere, equivale a dire che ieri sono morte 26 persone ogni ora. Molto alti anche i contagi, in tutto 4.670, 2.380 in Lombardia. Tanto che domani il popolo Covid potrebbe superare quota 50mila. L'origine di questa esplosione di casi, secondo il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, «è frutto di una circolazione precedente alla stretta, che ci auguriamo tutti ci permetterà di fermare la diffusione del virus».
SLITTA IL PICCO
Quello che è chiaro è che non siamo arrivati ancora al punto più alto della curva dei contagi. E ormai sono tutti concordi nel dire che la linea dell'orizzonte si allontana. L'apice dei casi, inizialmente previsto per la prossima settimana, potrebbe arrivare all'inizio di aprile. O slittare ancora più in là. Ma dirlo con esattezza è difficile. «Non ci sono dati scientifici - spiega Borrelli - solo stime». Secondo gli esperti della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali servono tre mesi dalle misure restrittive per uscirne. «Fare previsioni sui prossimi sviluppi sarebbe sicuramente azzardato. Molto probabilmente, però - sottolineano gli infettivologi - l'epidemia è destinata a non esaurirsi in tempi brevi». E quindi, senza illusioni, ci si metta l'anima in pace perché la prospettiva è un allungamento della quarantena del Paese. Tuttavia nell'arco di un paio di settimane si dovrebbero vedere i primi risultati del nostro «stare in casa» di massa. Detto questo, Borrelli smentisce «seccamente che il dipartimento di Protezione civile si stia preparando per dichiarare condizioni di biocontenimento in tutto il Paese tra qualche giorno» e chiede di prendere provvedimenti seri per punire fake news del genere.
ALLARME GIOVANI
Dal fronte di Cremona arriva l'allarme giovani. A lanciarlo è il responsabile del Pronto soccorso dell'ospedale, Antonio Cuzzoli, che da un mese dorme quattro ore per notte per poter assistere il flusso ininterrotto di malati. Il medico sta notando un aumento dell'aggressività del virus e un abbassamento dell'età media dei pazienti. La sua ipotesi, basata su ciò che sta vedendo ogni giorno e non su uno studio scientifico, è che il virus attacchi anche i fisici più forti nel momento in cui il contagio parte da un caso molto grave. Ma saranno le ricerche a confermare o smentire questa osservazione sul campo. In base ai dati raccolti finora, «l'età media degli infettati è di 63 anni. La mortalità delle persone sotto i 60 anni è meno del 10%, il resto è dai 60 in su» precisa Roberto Bernabei, ordinario di Geriatria dell'università Cattolica di Roma. Tuttavia anche il direttore dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus rileva che «dati provenienti da vari paesi dimostrano chiaramente che le persone sotto i 50 anni costituiscono una parte significativa dei pazienti bisognosi di ricovero». Da qui l'appello ai giovani perché si impegnino a rimanere a casa: «Non siete invincibili, questo coronavirus può mandarvi all'ospedale per settimane o anche uccidervi».
L'ESERCITO DEGLI AIUTI
Ci sono mille volontari in più arruolati nella lotta all'epidemia. «In totale le nostre forze in campo per questa battaglia sono 7mila, oltre al personale sanitario, delle forze dell'ordine e delle forze armate» fa i conti Borrelli.
Quasi raddoppiati i posti di terapia intensiva: erano 5.
400 posti prima dell'emergenza, sono oltre 8mila oggi. Aumentate anche le tende per il triage fuori dagli ospedali e pronta anche l'ordinanza per assumere altri 300 nuovi medici, una task force speciale da mettere a disposizione delle regioni a seconda della necessità.
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