Cronaca internazionale

Ecatombe di vittime in Turchia e Siria. "Un sisma mai visto, rischio 15mila morti"

La scossa, di 7,8 gradi registrata in tutto il mondo, poi centinaia di altre minori. Crollati oltre 3.400 edifici. Ankara proclama 7 giorni di lutto

Ecatombe di vittime in Turchia e Siria. "Un sisma mai visto, rischio 15mila morti"

L'ecatombe aveva messo la sua sveglia alle 3,17 mentre quasi tutti dormivano in quella parte della Turchia che guarda alla Siria, nel Sud del Paese. In quel momento la terra ha ruggito scrollandosi di dosso palazzi e case e uccidendo migliaia di persone. Il bilancio nella serata di ieri era di oltre 3.760 vittime (2.316 in Turchia e 1.444 in Siria), ma le stime più fosche pensano che il pallottoliere della tragedia potrebbe lavorare ancora molto. L'Usgs, il sito americano sul rischio sismico, assegna all'evento il bollino rosso e ipotizza un 47 per cento di probabilità di un numero di morti compreso tra 1.000 e 10mila. L'Oms parla di un bilancio finale che potrebbe essere «otto volte superiore ai bilanci attuali» di 2mila. Di certo centinaia di famiglie sono sotto metri di detriti, da qualche parte. Tantissimi anche i feriti, almeno 13mila quelli censiti alle 20 di ieri, ma anche qui sono cifre sottodimensionate.

La terra ha tremato alle 3,17 ore locali, in Italia erano le 2,17, uno scossone di 7,8 gradi della scala Richter, venticinque chilometri sotto la provincia di Gaziantep, che ha spostato la terra in direzione Sud-Ovest di tre metri lungo una faglia di 150 chilometri. Milioni di persone nelle province di Gaziantep, Hatay, Adana, Diyarbakir, Osmaniye, Malatya, Adiyaman, Kahramanmaras, Sanliurfa e in Siria ad Aleppo e Idlib hanno passato quello che restava della notte in strada, attanagliati dalla paura e da un freddo maligno, che ha spinto molti a tornare a casa malgrado l'evidente pericolo per rifornirsi di coperte e abiti pesanti. In molti gridavano cercando figli, mariti, padri scomparsi. Tutti rabbrividivano a ogni scossa successiva, centinaia e centinaia, 43 solo quelle superiori a 4,3 gradi, una di 7,5 gradi Richter alle 12,24 devastante quasi quanto la prima.

La scossa di ieri è la più grave nella regione dal 1202, quando si verificò lungo la cosiddetta faglia del Levante un terremoto di magnitudo 7,5. Il sisma di ieri è stato talmente forte da essere registrato in tutto il mondo ed è l'evento di gran lunga più forte ad avere attivato il Sistema di allertamento maremoto da quando esiste, come ricorda l'Ingv. Per dire: si è trattato di un evento mille volte più forte rispetto a quello che nel 2016 ha colpito Amatrice e 30 volte rispetto a quello dell'Irpinia del 1980.

Fin da subito si è avuto l'idea di una tragedia immane. I morti si sono sommati ai morti nel giro di poche ore. Il governo ha disposto la chiusura delle scuole per una settimana e anche gli eventi sportivi sono stati sospesi a tempo indeterminato. «Oggi è il giorno di 85 milioni di cuori in un solo battito», ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan, che ha proclamato sette giorni di lutto nazionale.

Alcune istantanee hanno scioccato il mondo. L'immagine del palazzo di Sanliurfa che viene giù come fosse di sabbia, in pochi secondi. Il castello di Gaziantep, orgoglio della città, resistito a duemila anni di assedi e attacchi e polverizzato in una notte. E poi le giocatrici di volley della squadra di Hatay, seppellite dal crollo del palazzo dello sport. Il dramma nel dramma di Aleppo, dove manca tutto, acqua, coperte, abiti pesanti, cibo, medicine. E dove il vescovo monsignor Antoine Audo, parla di «qualcosa di mai visto», in una città martire della storia e ora anche della natura.

Il Sud della Turchia e il Nord-Ovest della Siria sono regioni depresse, le loro strutture sanitarie sono sotto pressione, da tutto il mondo arrivano squadre di soccorso, aiuti, medici. Centinaia, forse migliaia di persone sono disperse. Save the Children lancia l'allarme per i tanti bambini certamente sepolti sotto le macerie, magari ancora vivi, ma per i quali ogni minuto potrebbe essere fatale viste le basse temperature. Altro dramma quello degli sfollati, centinaia di migliaia di persone che hanno visto la loro casa sbriciolata o danneggiata, o che dovranno attendere le valutazioni di stabilità prima di tornare a dormire nel loro letto. Il vicepresidente turco Fuat Oktay, ha parlato di 3.471 edifici crollari. Questo senza parlare del rischio di nuove scosse nelle prossime ore o nei prossimi giorni.

No, la notte non è ancora finita a Gaziantep.

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