Tanto in Italia se non fai così non ti considera nessuno. E allora l'unico modo per farsi sentire è quello di comprarsi una pagina di giornale e cercare di scherzare su una cosa serissima. Per questo Massimo Blasoni, imprenditore friulano nato a Udine, già soprannominato «l'imprenditore anti burocrazia», ha fatto pubblicare su Giornale e Fatto quotidiano , un «Gioco dell'oca» un po' particolare dove l'oca, attraversando le 28 caselle della burocrazia italiana, arriva in fondo servita su un piatto con contorno di patate. La cosa brutta, che non è affatto un gioco, è che ciò che Blasoni scrive in quelle 28 tappe è tutto vero e l'oca arrosto rappresenta ogni singolo cittadino italiano.
Le caselle in cui si cade, lanciando i dadi, parlano di tasse e burocrazia. Si parte con la «Pazienza» dove in Italia per recuperare un credito è più difficile che in Grecia o Romania. Il tempo medio, infatti, supera i cento giorni. Poi c'è la «Mattonata» dove rispetto al 2011 la produzione di un costruttore è crollata del 29,3%. Un settore che Blasoni conosce bene visto che nel 1996 ha fondato il gruppo «Sereni Orizzonti Spa», il terzo gruppo in Italia nel settore della costruzione e gestione di residenze socio-sanitarie per anziani. Un giro di affari da 80 milioni che dà lavoro a 1.500 persone. Nel 2014 ha fondato ImpresaLavoro, un centro studi che promuove il dibattito sui temi dell'economia e del lavoro. «La mia voleva essere una provocazione - spiega Blasoni - Ormai si è rotto il patto di fiducia fra imprese a Stato. C'è più burocrazia in Italia che in quasi qualunque altro Paese, terzo mondo compreso. Invito tutti a giocare, temo però che a vincere sia sempre lo Stato». Sì certo, si potrebbe pensare che Blasoni abbia scoperto l'acqua calda. Eppure, sebbene siano problemi ormai detti e ridetti, i cittadini continuano a soffrire e i governi a fregarsene. Un esempio delle balle renziane: la patetica scommessa a Porta a Porta che entro settembre 2014 avrebbe pagato tutti i debiti della pubblica amministrazione (ovvero beni e servizi forniti allo Stato e mai pagati). Sì, quelli del 2013. Nel frattempo quel debito si è riformato ed è arrivato a 75 miliardi. Ma Renzi e Padoan non ne fanno parola. Poi c'è il bluff del bonus degli 80 euro pagati con l'Imu imposto retroattivamente dal governo sui terreni agricoli.
Hai voglia a tirare i dadi. Dove caschi, caschi sempre male ti va a finire. In Italia per un permesso di costruzione ci vogliono 233 giorni. In Danimarca 64 e in Germania 96. «Mi ci vuole più tempo ad ottenere concessioni edilizie che a realizzare le opere», lamenta Blasoni.
L'Italia è anche il Paese dove gli adempimenti che servono per pagare le tasse sono tra i più complessi e costosi. Preparare i documenti per far fronte agli oneri fiscali porta via 269 ore che costano 7.559 euro all'anno. E poi qualcuno ancora si scandalizza se la gente ruba.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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