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Ecco il business dei rifugiati: 16 milioni di euro alla Toscana di Renzi

Alla Regione di Renzi una buona fetta dei fondi stanziati per i progetti Sprar: ecco come vengono usati i nostri soldi

Ecco il business dei rifugiati: 16 milioni di euro alla Toscana di Renzi

Nella Toscana di Matteo Renzi il grosso dei fondi stanziati per i progetti Sprar per i rifugiati se lo spartisce la sinistra, Arci e cooperative rosse in testa. Un sistema ben oliato che fa girare ben 16 milioni di euro, finanziamenti che il Viminale mette a disposizione dei Comuni per inserire nel nostro tessuto sociale rifugiati e immigrati che richiedono l'asilo politico. Il tutto a spese del contribuente.

"Creiamo posti di lavoro". Simone Ferretti, responsabile del settore immigrazione dell'Arci Toscana, spiega a Libero il senso dei progetti Sprar: "Diamo ai rifugiati vitto, alloggio, li aiutiamo a integrarsi e gli facciamo fare corsi". Gli immigrati vengono assistiti per un periodo che varia da sei mesi all'anno. "A ognuno vanno circa 80-100 euro al mese per la spesa, visto che cucinano da soli - continua Ferretti - di solito vengono messi in appartamenti direttamenti affittati da Arci". E l'Arci Toscana è sicuramente uno degli interlocutori principali del ministero dell'Interno. Insieme alle cooperative rosse che fanno capo a Legacoop, si spartisce il business dell'accoglienza messo in piedi non certo per inserire gli extracomunitari nella nostra società. Basta dare un'occhiata all'intero sistema per capire che non è quello l'obiettivo. I fondi pubblici dovrebbero essere usati appunto per aiutare i rifugiati a trovare un lavoro. Il condizionale, però, è d'obbligo.

Per gli immigrati vengono organizzati corsi di ogni sorta, ma nessuno è teso alla ricerca di un lavoro. A Pianosinatico, in provincia di Pistoia, gli 1,6 milioni di euro stanziati per tre anni vengono usati per corsi in economomia domestica e diritto del lavoro. Su Firenze, invece piovono oltre 3 milioni di euro per 65 posti. Qui si organizzano corsi di pasticceria, gelateria e pizzaiolo. A Pisa, poi, vanno poco meno di 300mila euro all'anno per fare corsi di inserimento alla vita agricola. Nell'inchiesta di Libero appare chiaro come a beneficiare dei finanziamenti pubblici siano sempre i soliti noti. A Prato, per esempio, c'è Pane e Rose al cui interno ci sono rappresentati della Legacoop ed ex candidati piddì alle comunali. A Pisa, invece, c'è la Paim guidata dal renziano Giancarlo Freggia.

In linea generale l'Arci Toscana "domina" a Prato, Valdera, Arezzo, Lucca, Firenze, Rosignano Marittino, Lunigiana e Siena.

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