Il 3 marzo un inviato di «Piazza pulita», il settimanale di La 7, arriva a Sabrata, poche ore dopo la morte degli ostaggi italiani Salvatore Failla e Fausto Piano. E incontra un miliziano in mimetica (nella foto al centro), cappellino di lana, barbone, capelli lunghi e telefonino in mano. Uno degli uomini che avrebbe ucciso i connazionali. Sul cellulare mostra le foto dei cadaveri di Failla e Piano assieme a quelle dei sequestratori tunisini ammazzati nello stesso convoglio (tre uomini e due donne). Il miliziano senza nome ammette di essere stato lui a scattare le immagini postate su Facebook. In pratica faceva parte della katiba islamista di Sabrata «Febbraio Ajilat-2», che ha intercettato il convoglio e falciato gli ostaggi italiani scambiandolo per jihadisti o per rapinare il riscatto che era a bordo del convoglio. All'inizio la versione dei libici parlava di un'esecuzione degli ostaggi da parte dei sequestratori tunisini dello Stato islamico con un colpo alla nuca.
Le foto e l'autopsia hanno dimostrato che non c'è alcun colpo alla nuca. Gli italiani sono stati colpiti da diversi proiettili dal petto in giù. Nello scontro a fuoco o qualcosa che potrebbe assomigliare ad una «fucilazione» per non lasciare testimoni. FBil- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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