Emergenza profughi, il Cav punta il dito contro l'incapacità del governo E prepara una mozione in Parlamento: il premier chieda rispetto all'Ue

RomaIl «peccato originale» dell'anonimo semestre di presidenza italiana, grande occasione sprecata dal governo per alzare la voce e scolpire l'emergenza immigrazione nell'agenda dell'Unione Europea. L'incapacità di Matteo Renzi di incidere nel consesso europeo e internazionale. La mancanza di leader continentali capaci di prendere iniziative forti e delineare una strategia per fermare gli sbarchi e le tragedie che si susseguono nel Mar Mediterraneo.

Silvio Berlusconi continua il suo periodo di riposo, ma segue da vicino i drammatici eventi che si susseguono in questi giorni. Il suo pensiero è sintetizzato bene da una frase che si ritrova nel Mattinale , la nota redatta dai gruppi parlamentari di Forza Italia, che parla di «una Caporetto del governo che continua mentre nessuno interviene in Libia dove l'Isis avanza». Per il presidente del partito azzurro «i nodi di una politica sbagliata vengono al pettine». Ma l'emergenza a questo punto richiede uno sforzo comune, un'azione per recuperare il tempo perduto, scuotere l'indifferenza di Bruxelles e far sentire con forza la voce dell'intero arco parlamentare, nel nome dell'interesse nazionale. Per questo l'idea che circola nel partito di Piazza San Lorenzo in Lucina è quella di chiedere a Matteo Renzi come primo atto politico alla ripresa di attività delle Camere, una solenne investitura parlamentare per andare in Europa e chiedere rispetto per l'Italia.

«L'Europa affronti decisamente unita e solidale la questione dell'immigrazione-invasione, che ha raggiunto livelli di mortalità in mare e di sconquassi nei Paesi esposti a questi flussi, che ormai generano ribellioni tra la gente. E in contemporanea all'azione su Bruxelles, Renzi prenda un aereo – come suggerito da Roberto Maroni – per New York, e vada all'Onu» si legge sempre nella nota parlamentare. La necessità di uscire dall'immobilismo viene sottolineata anche dal capogruppo al Senato, Paolo Romani che chiede al governo di agire. «È incredibile e inaccettabile che il ministro dell'Interno dell'ottava potenza economica del mondo di fronte all'ennesima tragedia a poche miglia dalle coste libiche non possa far altro che dichiarare la propria impotenza. La Libia è il cortile di casa nostra ed è nostro dovere, se vogliamo contare qualcosa nel mondo, invece di fare polemiche inutili con prese di posizione inappropriate della Chiesa sulla cultura dell'accoglienza, intervenire sulle coste libiche e salvare dalla morte certa centinaia di migliaia di famiglie». E lo stesso Berlusconi appare determinato a portare il tema all'attenzione del Ppe in occasione del congresso della grande famiglia popolare europea che si terrà a Madrid il 22 e il 23 ottobre.

Sullo scontro frontale tra Matteo Salvini e la Cei, i vescovi e monsignor Galantino emergono sensibilità diverse dentro il partito. Gianfranco Rotondi e Mario Giro ricordano che Forza Italia è «la casa dei cattolici». Daniela Santanchè, invece, si schiera con il leader leghista. «Sull'immigrazione Salvini ha ragione.

Dice quello che pensa una gran parte degli italiani» dice ad Affaritaliani.it . «Io sono piemontese e sono rimasta a Cavour, che diceva libera chiesa in libero stato. Ognuno deve essere libero di dire quello che pensa».

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