Emilia, Delbono: Pd giustizialista solo con i "nemici"

L'ex sindaco di Bologna: Richetti e Bonaccini accusati dello stesso reato, ma a essere difeso è solo il secondo, legato a doppio filo ai Ds

Matteo Richetti e Stefano Bonaccini
Matteo Richetti e Stefano Bonaccini

"La doppiezza comunista è ancora sulla breccia". Ne è sicuro più che mai Flavio Delbono, ex sindaco di Bologna costretto alle dimissioni dopo lo scandalo legato alle rivelazioni della sua ex compagna e segretaria. Delbono non parla di sé ma del caos esploso in casa democratica per il dopo Errani, con l'inchiesta della procura di Bologna che ha azzoppato le primarie per la Regione. "Ci faccia caso - dice Delbono in un'intervista al Corriere - il pollice verso, rapido, istantaneo, è rivolto sempre e soltanto a coloro che hanno una storia diversa. Con gli esponenti della ditta, gli ex Pci-Pds-Ds rimasti tali, vengono usati i guanti bianchi del garantismo". Delbono prende a esempio "Stefano Bonaccini e Matteo Richetti accusati dello stesso reato. A favore del primo c’è stata una levata di scudi condita da frasi sulla giustizia a orologeria. Sul secondo invece, solo silenzio. Nessuno disposto a dire che è innocente".

"Bonaccini - spiega ancora Delbono - è un esponente della ditta. Richetti è un intruso, un cattolico renziano della prima ora. Il Pd emiliano-romagnolo - puntualizza l'ex sindaco - è ancora impastato di tradizione diessina. Si sentono i custodi di una tradizione. Questo li porta a essere giustizialisti con i nemici politici del momento, garantisti con gli amici. Quando la magistratura arriva in casa propria, i compagni non sbagliano".

538em;">Ma questo "atteggiamento schizofrenico" nei confronti della magistratura - sottolinea Delbono - "è nel Dna di questo partito, che potrà dirsi nuovo solo quando potrà permettersi l’imparzialità".

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