Estati, piadine e Pil. Così hanno profanato il paradiso romagnolo

La riviera simbolo e ricchezza del Paese E l'aggressione è un colpo a tutti noi

Estati, piadine e Pil. Così hanno profanato il paradiso romagnolo

Li odio perché hanno profanato il paradiso. Il mio piccolo paradiso romagnolo. Lo so bene che le spiagge tra la foce del Reno e il promontorio di Gabicce non hanno molto a che fare con quelle caraibiche, e che nei litorali delle province di Ravenna, Forlì e Rimini non sono previsti atolli né palmizi. Eppure, per motivi biografici che penso di condividere con molti italiani, considero la riviera romagnola una sorta di paradiso: un eden domestico, accessibile, a portata di mano e di autostrada e perfino (pensando alla stazione di Riccione a pochi passi dal mare) di treno regionale, un sogno per nulla esotico composto di piadine e di canzoni e di baci con ragazze magari di Bologna o Reggio Emilia. Tutto molto tranquillo, se si può dire tranquillo l'amore. Certamente nulla di sanguinoso. La brutale aggressione alla coppia di polacchi, l'altra notte al bagno 130 di Miramare, è un'aggressione ai romagnoli e a tutti i non romagnoli che hanno vissuto bei momenti in Romagna e che non vogliono macchiati i loro ricordi romantici. È un'aggressione anche al pil italiano: l'estate 2017 è andata turisticamente a gonfie vele non per la qualità dei nostri trasporti e dei nostri alberghi, non raccontiamoci balle, ma per la serenità che la sponda islamica del Mediterraneo (Mar Rosso, Turchia, Tunisia...) non è più in grado di offrire. Ecco perché li odio, i quattro aggressori forse stranieri o forse no (mentre scrivo non è ancora chiaro) che hanno picchiato lui e violentato lei sulla spiaggia immortalata da Fellini e poi cantata da De André, Dalla, Cremonini, Jovanotti. La coppia aggredita ci farà molto comprensibilmente una pessima pubblicità e l'estate prossima prenoterà in Croazia, in Portogallo, forse perfino in Ungheria (il lago Balaton è perfettamente balneabile), insomma ovunque esista uno Stato che dia l'impressione di saper garantire l'incolumità di residenti e villeggianti. Mica come in Italia dove anche nel centro di Roma la polizia è impotente per via delle leggi e dell'applicazione delle leggi sempre a favore di chi viola la legge. Il questore di Rimini ha dichiarato che i quattro delinquenti avevano fatto «abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti».

Evidentemente ha informazioni che noi non abbiamo ma comunque cosa c'entra: io da Guido, celebrato ristorante a pochissimi metri dalla scena del crimine, ci ho dato varie volte dentro con l'Albana e il Pagadebit ma dopo cena non ho mai violentato nessuno, lo giuro. Non vorrei che l'accento sullo stato di alterazione aprisse le porte al giustificazionismo: erano ubriachi, erano drogati, il problema è a monte, eccetera.

La grande arte da Masaccio in avanti ci ricorda che i profanatori del paradiso se la dovranno vedere con la spada fiammeggiante degli angeli guardiani. Li odio, i quattro violentatori della turista di Rimini e di Rimini tutta, e prego che una spada fiammeggiante li raggiunga presto.

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