Eutanasia, il testamento-intervista di Damiana: "Volevo morire in Italia"
11 Settembre 2014 - 14:28Damiana, 68 anni, ha atteso più di 2 anni prima di poter morire in modo assistito in una clinica Svizzera. Guarda l'intervista
"Per una persona che ha amato la vita, quando la malattia ti nega tutto non si gode più di niente. Non è vita questa", dice Damiana, una donna di 68 anni malata di sclerosi multipla che è riuscita ad ottenere l’eutanasia recandosi in Svizzera lo scorso 4 settembre. Così, in un'intervista diffusa oggi da Radio Radicale e rilasciata subito prima del viaggio, la donna spiega la sua decisione. Damiana parla delle difficoltà incontrate, dei costi sostenuti e dell'aiuto ottenuto dall'Associazione Luca Coscioni e da Exit Italia.
La donna descrive minuziosamente tutte le fasi della sua malattia. "Adesso mi trovo relegata a letto - racconta - ho dolori fortissimi, le mie mani tremano. Non voglio aspettare di rimanere paralizzata del tutto. Non basta l’assistenza, la dignità personale ha varie sfumature, e uno che abituato a fare tutto da solo non accetta una assistenza totale, nell’igiene, nella nutrizione".
La procedura per ottenere l’eutanasia ha richiesto più di due anni e circa 10mila euro di spesa. "Martedì avrò una prima visita con un medico - ha spiegato Damiana - il giorno dopo un’altra visita con il medico. Il terzo giorno se non avrò cambiato idea loro mi daranno una bevanda che devi bere da solo, ti fa addormentare e non ti risvegli più. Io potevo permettermelo, ma chi non può che fa?".
Una legge di iniziativa popolare è ferma da un anno in parlamento, lamentano i Radicali: "Ci sono persone che fanno scelte diverse in condizioni peggiori - dice Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni -.
E' un dovere garantire loro l’assistenza necessaria, il punto non è valutare se una vita sia degna di essere vissuta, ma garantire un diritto civile".Guarda l'intervista
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