La fame non spaventa più Come vivere senza diete restando felici e in forma

Il «Body Positive» e l'alimentazione intuitiva Dagli Usa due nuovi approcci col nostro corpo

P ensare positivo. Difficile quando si tratta di amore, soldi, salute. Quasi impossibile quando si tratta del nostro corpo. Perché noi siamo per natura ipercritici con noi stessi: vediamo (anzi ingigantiamo) i nostri difetti e dimentichiamo che gli altri spesso ci accettano per quello che siamo e non ci vorrebbero più magri, con più capelli o con il naso dritto come invece noi vorremmo essere. Perché, semplicemente, siamo quello che siamo. Ovvero, noi.

Eppure non ci accettiamo. Ci sottoponiamo a massacranti kermesse in palestra per perdere chili che poi riacquistiamo appena ci distraiamo un po'. Affrontiamo costosi e a volte dolorosi trattamenti per ridisegnare il nostro viso, il nostro corpo. Ci permettiamo il lusso di essere asociali se non aggressivi quando non ci sentiamo in forma, peggiorando il tutto e rendendoci insopportabili agli altri.

Eppure basterebbe pensare positivo. Si chiama «Body positive» il nuovo movimento (nuovo per l'Italia, in verità) basato sul principio dell'accettazione del proprio corpo e dei propri difetti, sul fatto che siamo tutti differenti e questo è bello (anche se magari non siamo tanto belli noi), che il concetto di bellezza imperante - ad esempio quella femminile imposta dalla moda che vuole le donne «fighe» magrissime - è frutto di modelli culturali a cui non dobbiamo soggiacere.

Sentiamo già la vostra obiezione: facile a dirsi! Eppure qualcosa bisogna fare. Se non per noi almeno per le tante ragazzine, anche nostre figlie, che subiscono questa colonizzazione estetica alterando il proprio rapporto con il cibo fino al punto di soffrire di veri disturbi alimentari. E infatti è proprio da una storia simile che nel 1996 nasce l'organizzazione Body Positive creata da Connie Sobczak (assieme a Elizabeth Scott) in seguito alla morte prematura di sua sorella di Connie per i danni provocati da un devastante disordine alimentare che la divorava per cercare di aderire a un modello fisico evidentemente impossibile. Cosa che peraltro soprattutto le donne fanno per accettarsi da sole più che per farsi apprezzare dagli uomini, visto che costoro poi alla prova dei fatti prediligono sovente donne più «curvy» .

L'organizzazione tiene corsi, workshop, stila decaloghi, ha coinvolto aziende che hanno sposato la filosofia come Dove, casa cosmetica che una quindicina di anni fa ha iniziato a girare spot con modelle in biancheria ma «normali» (che orribile parola), né magre né bellissime. Però il movimento ha anche i suoi detrattori: chi pensa che sia un manifesto ipocrita, chi pensa che ciascuno ha il diritto di migliorare il proprio corpo come cerca di fare per la propria cultura e la propria situazione economica, chi obietta che non esiste una ricetta univoca buona per tutti e che in fondo il Body Positive non fa che aumentare il clima da stadio attorno al corpo, soprattutto quello femminile. Tra tutti, quelli che pensano che il Body Positive sforni un esercito di infelici, di freaks. Questione di opinioni, naturalmente.

Non è un'opinione, invece, il fatto che sottoporsi a continue diete, oltre ad aumentare il rischio di cadere in orribili spirali anoressiche, faccia male. Mai sentito parlare di «effetto yo-yo»? Per questo - con un approccio tutto sommato compatibile con il manifesto Body Positive - c'è chi teorizza che la dieta migliore sia quella... intuitiva. Basata sul principio miracolosamente elementare di mangiare quando si ha fame (e quanto si ha fame) e di smettere quando si è sazi.

Anche qui, obiezione: la fate facile! Perché in realtà per raggiungere questo obiettivo bisogna tornare a fare qualcosa che abbiamo dimenticato: ascoltare il nostro corpo.

Mangiare in maniera intuitiva pare faccia dimagrire. Quanto meno ci fa raggiungere il nostro peso «giusto», che non si calcola con formulette e algoritmi. Di certo ci evita la frustrazione dei fallimenti. Scongiura quella demonizzazione del cibo (o quanto meno di alcuni cibi, di solito i più succulenti) che tutti coloro sempre in lotta con la bilancia conoscono bene.

Ridà il giusto peso alla soddisfazione di gustare qualcosa che ci piace. Certo, bisogna usare dei trucchetti: ad esempio mangiare con lentezza, per dare il tempo al nostro stomaco di sentirsi sazio e di farci fermare al momento giusto.

Buon appetito. Positivo e intuitivo.

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