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Famiglia, un milione in piazza Il governo: «È inaccettabile»

Un successo la manifestazione di Roma contro la cultura gender che confonde l'identità sessuale degli alunni L'ira del sottosegretario Scalfarotto: così cancellate i diritti

Roma Family day per dire no al family gay . Le famiglie cattoliche sono scese di nuovo in piazza San Giovanni a Roma per bloccare l'approvazione del testo sulle unioni civili che apre alle nozze tra persone dello stesso sesso. Il ddl messo a punto da Monica Cirinnà è in discussione al Senato e il premier Matteo Renzi si è personalmente impegnato a farlo approvare entro il prossimo settembre, provocando così l'alzata di scudi degli alfaniani che sostengono il governo Pd e che ieri sono accorsi in piazza per manifestare insieme alle famiglie. Il Family day è un déjà vu che replica quello del 2007 quando un milione di persone scelse la stessa piazza per dire no ai Dico (Diritti e doveri dei conviventi) proposti dall' allora ministro per le Politiche familiari, Rosy Bindi. Progetto naufragato non solo per la mobilitazione cattolica ma soprattutto per la caduta del governo Prodi.

La protesta delle famiglie non fece bene a Prodi e rischia di fare male anche a Renzi già impantanato tra veti e divieti sulle riforme. Oltre a inimicarsi una bella fetta di elettori con il ddl Cirinnà il premier provocherebbe una frattura difficilmente sanabile con Ncd e un effetto domino di scontro anche interno al Pd nel quale convivono posizioni assai distanti sui limiti entro i quali circoscrivere diritti e doveri delle coppie omosessuali.

Mentre sul palco di San Giovanni davanti ad un milione di persone (così almeno dicono gli organizzatori) salgono genitori indignati per testimoniare il loro no ad una famiglia diversa da quella composta da un padre ed una madre la politica si scambia tweet e battute dai fronti opposti. A Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme, che definisce quella di San Giovanni «una manifestazione inaccettabile perché contro i diritti dei propri concittadini» subito replica Roberto Formigoni che lo accusa di «aver perso la testa denigrando chi esprime un'idea diversa dalla sua». Ma a Scalfarotto replica pure Edoardo Patriarca dal Pd per ricordargli che «tutti hanno diritto di manifestare». Tocca ad Alfredo Mantovano, magistrato (ex sottosegretario dell'Interno con il governo Berlusconi), spiegare dal palco che questo governo Renzi è nemico della famiglia perché approva leggi che la sfaldano e non la sostiene economicamente.

Si ricorda la frase di Papa Francesco che condanna la «teoria gender espressione di frustrazione e rassegnazione» e poi sul palco sale Mario Adinolfi ex Pd ora direttore de La Croce . «State attenti alle leggi perché le leggi fanno costume - dice Adinolfi - Nel ddl Cirinnà si legittima l'utero in affitto. L'ideologia gender è volervi convincere che maschio e femmina sono intercambiabili. Se la legge passa sarà il coronamento di questa ideologia». Ed è Adinolfi a far notare che «c'è una manifestazione per la famiglia senza vescovi pilota fatta dai cittadini». La Chiesa come istituzione era stata molto più presente nel 2007. E in piazza non ci sono molti politici che limitano il loro appoggio ad una dichiarazione sui social come Matteo Salvini che abbraccia «le mamme ed i papà che manifestano pacificamente a Roma per difendere i propri figli».

Sul palco sale invece l'imam di Centocelle, Ben Mohamed, che definisce la «teoria gender un progetto folle che distruggere l'umanità».

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