Le famiglie "ribelli" chiedono asilo a Vienna Ma l'Austria le snobba

Oltre confine non c'è l'obbligo di profilassi. Ma solo perché nessuno cerca scappatoie...

Le famiglie "ribelli" chiedono asilo a Vienna Ma l'Austria le snobba

Un mese fa erano state 130 famiglie altoatesine. Ora se ne sono aggiunte altre 60 friulane. Tutte chiedono la stessa cosa: asilo politico alla vicina Austria per sfuggire alle persecuzioni dei vaccini. Rifugiati che scappano dalla «guerra» dichiarata dallo Stato italiano alla mortalità infantile causata dalle malattie infettive, come quella per il morbillo, nel 2017. Con tanto di lettere inviate direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente Alexander Van der Bellen, i sedicenti perseguitati No Vax sono pronti a emigrare oltreconfine pur di non sottoporre i loro figli alle dieci profilassi obbligatorie per l'iscrizione a scuola messe nero su bianco nel decreto Lorenzin.

«La scelta della richiesta di asilo politico in Austria ha spiegato il portavoce del gruppo di antivaccinisti friulani che ha raccolto le adesioni delle famiglie, Giacomo Candotti è chiaramente provocatoria, atta a richiamare l'attenzione dei mass media nazionali che generalmente tacciono sugli effetti collaterali, leggi danni, che i farmaci possono provocare. Non siamo contrari alle vaccinazioni, quanto all'obbligatorietà delle stesse». Provocazione o no, le missive intanto sono state protocollate dai Comuni di residenza dei neo richiedenti asilo che scappano dalla profilassi obbligatoria. L'iniziativa è stata ripresa nella derisione generale anche dal sito del quotidiano carinziano Kleine Zeitung, con in calce due eloquenti commenti di lettori austriaci: «Contro l'intelligenza, a quanto pare, gli italiani sono immuni per natura». E ancora: «Così possono portare il morbillo e tutte le altre malattie e distribuirle qui in parti uguali». Va detto che in Austria, nonostante i medici raccomandino fortemente di effettuare almeno dodici tipi di profilassi, le vaccinazioni non sono obbligatorie, perché finora il pugno di ferro non è stato necessario. Anche se, nella patria agognata dagli antivaccinisti di casa nostra, la penetrazione dei vaccini non è molto alta, secondo i dati diffusi da Herwig Kollaritsch, esperto del Tirolo sentito dal quotidiano Der Standard: il tasso di copertura è pari al 92%, in bambini tra i due e i cinque anni di età. Inoltre, solo l'82% di questi ha ricevuto i necessari richiami.

Numeri che comunque non hanno ancora obbligato il Paese a introdurre norme più stringenti: nei primi cinque mesi del 2017 in Austria si sono registrati 78 casi di morbillo. In Italia gli episodi dall'inizio dell'anno sono stati 3.672. Con tre morti. LoBu

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