Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi ha chiuso ieri in rialzo a 281,2 punti base rispetto ai 275 punti della chiusura di giovedì. Il rendimento sale quindi al 3,15%. Il differenziale con i titoli di Stato tedeschi torna a toccare un livello vicino ai massimi da fine maggio; segno che gli investitori restano prudenti in attesa della presentazione del Documento di economia e finanze del governo M5s-Lega. Nelle sale operative, quindi, non si dà troppo peso alle indiscrezioni secondo cui Donald Trump avrebbe offerto all'Italia sostegno sul finanziamento del debito pubblico del prossimo anno. Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani: «Lo spread così alto - ha spiegato il vicepresidente di Forza Italia - ci dimostra che siamo meno credibili della Spagna e del Portogallo; abbiamo un livello di burocrazia inaccettabile, una pressione fiscale per le imprese inaccettabile, non c'è una politica a favore delle imprese e c'è incertezza su tutta la politica industriale e macro economica».
E va all'attacco anche l'onorevole Renato Brunetta: «Il costante peggioramento dello spread e dei rendimenti sui titoli di Stato italiani che si sta registrando negli ultimi giorni lascia presagire un settembre nerissimo per i nostri conti pubblici e i nostri Btp». Ma il governo per ora fa spallucce.
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