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L'ultimo spot del Pd: finti ius soli a figli di immigrati

Il primo cittadino targato Pd intende conferire la cittadinanza onoraria bolognese a coloro che, se lo ius soli fosse legge, ne potrebbero beneficiare

L'ultimo spot del Pd: finti ius soli a figli di immigrati

Nel Territorio Libero di Bologna il nuovo sindaco Matteo Lepore eletto tra le fila del Partito Democratico, ama così tanto la democrazia italiana che ha deciso di farsi la propria.

Come annunciato durante la campagna elettorale, infatti, la sua maggioranza con un ordine del giorno nel prossimo consiglio comunale inviterà il sindaco, cioè lui, a modificare lo statuto di Palazzo d'Accursio per introdurre simbolicamente il principio dello ius soli. Che però in Italia non esiste. Ma il Comune di Bologna ha deciso di bypassare i canonici iter legislativi di uno Stato sovrano e conferire la cittadinanza bolognese e quindi italiana, onoraria, a tutte le persone che ne sono sprovviste, basandosi sui requisiti di cui godrebbero se lo ius soli fosse legge.

Per farla breve, lo ius soli prevede che diventi automaticamente cittadino originario chi nasce sul territorio di uno Stato, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori. Nel caso dell'Italia, per ricevere la cittadinanza basterebbe essere figli di genitori regolarmente soggiornanti nel nostro Paese o essere nati all’estero ma con ciclo scolastico italiano completato. Questi profili, pertanto, otterranno la cittadinanza onoraria di Bologna, con in aggiunta anche cittadini stranieri arrivati durante l'infanzia nel capoluogo emiliano e con almeno un genitore soggiornante di lungo periodo e residente a Bologna.

Il conferimento della cittadinanza verrà suggellato da una cerimonia solenne con i vari giuramenti (tra le date papabili spunta il 25 aprile) e con un bel pacchetto di souvenir come una copia della Costituzione italiana, un "kit di cittadinanza" e un attestato. Se di copie della Carta ne avanzasse qualcuna, sarebbe bene che la portasse a casa anche lo stesso Lepore, visto che il conferimento della cittadinanza è materia di competenza nazionale.

Dal centrodestra sono piovute critiche al provvedimento di carattere puramente ideologico e in particolare gli esponenti della Lega hanno organizzato un flash mob davanti al Municipio per dire "No allo ius soli", specialmente no a quello tarocco, che i consiglieri Francesca Scarano, Giulio Venturi e Matteo Di Benedetto definiscono "una manovra utile solo a distrarre l'opinione pubblica con provvedimenti privi di alcun valore sostanziale". La cittadinanza onoraria, infatti, è un riconoscimento privo di rilevanza giuridica che ha tuttavia di norma un alto valore simbolico rappresentato dal profilo "di merito" di chi lo consegue.

In questo caso invece, il sindaco Lepore altro non fa che trasformare i cittadini stranieri in strumenti ideologici, che diventeranno protagonisti involontari di uno spot immigrazionista con tanto di pezzo di carta che vale come il passaggio di grado tra i boy scout. Un gesto che, come spesso capita, la sinistra spaccia per battaglia di civiltà ma che di fatto svilisce solamente il ruolo ricoperto dai cittadini stranieri in una determinata comunità.

Un ruolo che al contrario della propaganda progressista non li relega affatto a cittadini di serie B, e anzi li inserisce in un contesto nazionale che di cittadinanze, vere, ne conferisce moltissime a chi dispone dei requisiti già con l'attuale normativa di legge: lo ius sanguinis. A riprova infatti di quanto le istanze della sinistra siano lontanissime dai problemi reali, basta ricordare che, secondo l'Istat, l'Italia è il secondo Paese di tutta l'Unione europea per numero di cittadinanze concesse negli ultimi 5 anni (nel solo 2019 sono diventati cittadini italiani in 127 mila). Meglio di noi fa solo la Germania, ma che a fronte del +3% di cittadinanze conferite, può disporre di oltre 20 milioni di abitanti in più dell'Italia.

Finte soluzioni per finti problemi, insomma.

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