Forza Italia stana il governo sulla riduzione delle tasse

Flat tax, azzurri scettici sull'annuncio della Lega Conti troppo disastrati e grillini di traverso

Forza Italia stana il governo sulla riduzione delle tasse

Matteo Salvini prova a rilanciare la flat tax per tutti e apre il consueto braccio di ferro con i Cinquestelle. Forza Italia guarda al dibattito con scetticismo, facendo il tifo affinché il leader della Lega porti a casa un obiettivo scritto con il fuoco nel programma di centrodestra. Ma osservando il tutto con lo scetticismo di chi sa che il governo, con i «pagherò» già firmati con la Finanziaria 2019 e con 40 miliardi da coprire per disinnescare l'aumento dell'Iva, non potrà percorrere questa strada.

I Cinquestelle, peraltro, non possono permettersi di regalare altro spazio elettorale alla Lega, visto che la loro emorragia di consensi non si ferma e ieri, secondo il sondaggio Swg del Tg de La7 sono stati superati dal Pd: 21,1 contro 21 per cento. «Siamo rimasti molto male quando la Lega l'ha proposta solo per le partite Iva» dice Renata Polverini sulla flat tax. «Se Salvini e la Lega continueranno la battaglia con il M5S per la flat tax saremo dalla loro parte. Mi sembra una battaglia difficile però se addirittura Barbara Lezzi, ministro solitamente molto silente, ha preso una posizione molto forte contro la flat tax». Per Marco Marin «uno dei due soci di questa maggioranza, la Lega, dice facciamola subito e l'altro, il M5S, replica che non si devono fare promesse campate in aria. La stessa cosa l'abbiamo vista sulla Tav con la Lega addirittura scesa in piazza. Insomma il solito giochino di tentare di occupare tutti gli spazi. Di fare sia la maggioranza che l'opposizione». Mara Carfagna fa notare che tra un annuncio e un hashtag su Twitter c'è una sola verità: l'aumento della pressione fiscale. E sia Renato Brunetta che Anna Maria Bernini fanno notare a Salvini che l'unico modo per farla davvero è ricostituire il centrodestra.

Dentro Forza Italia si pesano anche le parole con cui Matteo Salvini continua a blindare il governo gialloverde. «Coi Cinquestelle stiamo lavorando bene e nutro stima e rispetto per Conte e Di Maio. Non ho nostalgia del passato. Da lì non mi sposto» dice il leader della Lega parlando con Giusy Legrenzi, Fulvio Giuliani e Pierluigi Diaco su Rtl. «Berlusconi - sottolinea Salvini - è un grandissimo in tanti campi, è sicuramente l'asse portante e leader di FI. Ma il mio futuro politico a livello nazionale l'ho siglato per 5 anni». Con una postilla da leggere attraverso la lente della trattativa per il Piemonte: «A livello locale, o governa la Lega da sola o con il centrodestra».

In Piemonte lo stallo non si sblocca. Qui il candidato in base agli accordi spetterebbe a Forza Italia che ha scelto l'eurodeputato Alberto Cirio. La Lega, però, preferirebbe un profilo civico e il nome che circola è quello dell'imprenditore Paolo Damilano. Il segretario del Carroccio e il Cavaliere si vedranno giovedì a Potenza, per chiudere con Giorgia Meloni la campagna a sostegno di Vito Bardi alla presidenza della Regione Basilicata. Forse già lì faranno il punto, ma più probabilmente si attenderà il risultato del voto per una scelta definitiva. Un segnale in controtendenza arriva dalle primarie del centrodestra di Lecce.

In Salento vince Saverio Congedo, candidato sindaco presentato da FdI. Con il 49,3 per cento stacca l'azzurro Gaetano Messuti di sette lunghezze. A sorpresa resta lontanissimo il candidato della Lega Mario Spagnolo con il 7,4 per cento.

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