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L'analisi del politologo Natale: "Fdi può diventare il primo partito"

Paolo Natale ha affrontato alcuni temi dell'attuale politica di governo, tratteggiando lacune e punti di forza di alcuni degli schieramenti

L'analisi del politologo Natale: "Fdi può diventare il primo partito"

Paolo Natale è uno dei politologi più brillanti d'Italia ed è stato intervistato da Italia Oggi per fare il punto sul governo di Mario Draghi e sulle posizioni assunte dalle varie forze politiche in questo scacchiere di non facile interpretazione. Natale, docente dell'università Statale di Milano, e consulente dell'Istituto di ricerca Ipsos, spiega che "siamo in una fase di marmellata politica, in cui gli schieramenti si sono sfarinati e le maggioranze di governo sono variabilissime. Questo non consente la governabilità del Paese, mi auguro che alle prossime elezioni politiche, probabilmente la prossima primavera, gli schieramenti si ricompongano e si vada verso due blocchi alternativi".

Il commento di Natale sulla Lega

È il governo delle larghe intese, in cui la Lega governa con il Pd e viceversa. Dovrà essere Matteo Salvini a giocare bene le sue carte per trarne un vantaggio, per "da un lato rispondere alle richieste del mondo produttivo del Nord, che vede nel governo di larghe interesse di Mario Draghi una garanzia per la ripresa economica. Dall'altro, deve rispondere alla base movimentista che a stare con il Pd proprio non voleva e per la quale un governo di larghe intese resta indigeribile". Un'impresa non facile per il leader della Lega, che per riuscirci dovrà "dire che non è con i poteri forti e con questa Europa, ma al fianco dei lavoratori e dei piccoli imprenditori. Per tenere tutto assieme, deve essere un po' di lotta e un po' di governo".

La strategia dell'antieuropeismo, per Paolo Natale, non si adatta all'attuale scenario politico e il refrain per i prossimi mesi sarà uno: "Modificarla dal di entro". Per il politologo, Matteo Salvini dovrà essere scaltro nel calamitare nella Lega l'elettorato moderato "che fa riferimento alla produzione, all'imprenditoria, ai professionisti". Per farlo, però, la Lega deve "saper essere forza di governo nazionale oltre che regionale".

Il commento di Natale su Fratelli d'Italia

All'opposizione, invece, c'è Giorgia Meloni, che attirerà a sé "la destra più inferocita che prima faceva riferimento alla Lega. Con la scelta del governo Draghi assistiamo a una inversione dei ruoli tra il leader della Lega e la leader di Fratelli d'Italia, ma tutto resta nel centrodestra". La decisione di schierarsi all'opposizione è stata strategica per Giorgia Meloni, una mossa che sta pagando anche in termini di sondaggi: "I primi dati dicono che continua a salire, è proiettata a scalzare il Pd, che non riesce a sfondare quota 20%, e non è escluso che diventi primo partito. Molto dipende da cosa succede nei prossimi mesi". Insieme a Fratelli d'Italia è in crescita anche Forza Italia, che segue un andamento ascendente costante. Stabile, invece, la Lega che è il primo partito della coalizione. Le tre compagini insieme raggiungono quasi il 50% delle preferenze degli italiani.

Per Paolo Natale, l'andamento futuro di FdI dipenderà molto dalla gestione della crisi da parte del governo: "Se il governo Draghi non riuscirà a gestire la crisi così che in estate l'epidemia si spenga e inizi la ripresa economica, per la Meloni si aprono grandi spazi. Anche perché, e questo non è secondario, pur essendo unica alternativa al governo delle larghe intese non è mai apodittica, mai estremista". Se, invece, la strateggia di Mario Draghi avesse successo "il suo ruolo all'opposizione si indebolirebbe molto". Paolo Natale considera l'opposizione di Giorgia Meloni di tipo istituzionale: "È da un anno almeno che la Meloni sta maturando questa strategia, finora coronata dal successo. E la sua leadership ha premiato molto Fdi. I leader sono decisivi per il destino dei partiti"

Il commento di Natale sul Movimento 5 Stelle

Se nel centrodestra le posizioni sono determinate e i leader ben definiti, dalle parti del Movimento 5 Stelle c'è confusione, almeno stando alla lettura del politologo. I grillini sono ora alla ricerca di un leader: "Ne avevano uno, Giuseppe Conte, che avrebbe potuto dare al movimento un profilo solido e costruttivo, nell'alveo del centrosinistra, ma lo hanno perso per strada. L'unica salvezza per il Movimento è recuperarlo. Almeno per quel Movimento che corrisponde al 60% di elettorato grillino che era favorevole a entrare nel governo Draghi".

L'endorsement all'Italicum

La "marmellata politica" citata da Paolo Natale si può risolvere con il modello Italicum, legge elettorale proposta anni fa da Matteo Renzi, che per il politologo "aveva delle storture, indicate dalla Corte costituzionale, che potevano essere corrette. Ma un ritorno al proporzionale puro sarebbe un grave errore per il Paese, assegnerebbe uno strapotere ai partiti, continueremmo ad avere maggioranze raffazzonate nate in Parlamento e non nelle urne".

Il consenso di Mario Draghi

Al momento, gli italiani ripongono grande fiducia in Mario Draghi, tanto che ora il premier è arrivato al 70%, "un largo consenso proveniente, con l'eccezione di una buona metà dei pentastellati, da quasi tutti gli altri elettorati, nonché dalla cosiddetta 'area grigia' (astenuti o indecisi), che molto spesso è il vero termometro per giudicare l'azione di un governo o di un presidente del consiglio: se si ottiene l'appoggio di coloro che non sono politicamente schierati, le fortune di un esecutivo possono infatti durare a lungo nel tempo".

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