Cronache

Il governo si arrende: gli animali sono salvi

Dopo la mobilitazione degli animalisti, Orlando rassicura: "Il reato di maltrattamento resta"

Il governo si arrende: gli animali sono salvi

Roma - Il web ribolle. Si gonfia e dilaga la protesta. La depenalizzazione può andar bene in generale. Forse. Ma depenalizzare i maltrattamenti sugli animali no, proprio no. E dopo i tanti appelli al governo (l'ultimo dei quali arrivato proprio da una dirigente del Pd, Patrizia Prestipino, che così si è rivolta a Renzi: «Abbiamo lottato anni, nel passato, per vedere puniti i bastardi che si accaniscono su bestiole indifese. Non sarebbe un bel segnale pensare che possa ancora farla franca chi tratta gli animali come oggetti») qualcosa sembra muoversi in tal senso. Solo due giorni fa, sul Giornale , avevamo dedicato un ampio servizio riguardo la minaccia di «amnistia» nei confronti di persone violente contro gli animali. Nell'articolo, a firma di Oscar Grazioli, si sottolineava appunto come la tutela degli animali rappresenti oggi più che mai una «pietra miliare che dà una pennellata di civiltà a un paese allo sbando, terremotato realmente e figurativamente a ogni livello». Ora qualcosa sembra muoversi. Gli appelli degli animalisti iniziano a sortire l'effetto sperato se il ministro Andrea Orlando si preoccupa di mandare una lettera a due colleghe di partito (le senatrici Silvana Amati e Monica Cirinnà) dove annuncia un parziale dietrofront. Sono le stesse parlamentari a dare notizia della lettera e lo fanno con un comunicato reso pubblico sul sito web della Repubblica . «Nella lettera - spiega la Amati - segnalavamo al ministro che, in caso di vittime animali, il meccanismo di depenalizzazione avrebbe creato le condizioni per un sistematico sbilanciamento del giudizio in favore dell'indagato. Il testo prevede infatti che il magistrato senta l'indagato e la parte lesa prima di proporre l'archiviazione». «È del tutto evidente, però - aggiunge la senatrice -, che gli animali non avrebbero potuto in alcun modo contestare la ritenuta tenuità del fatto». Ed è proprio su questo punto dirimente che si fonda il passo indietro del ministro. Il Guardasigilli rassicura le colleghe di partito che, «date le particolari caratteristiche degli animali, il meccanismo del decreto nel loro caso non potrà essere applicato». D'altronde la depenalizzazione prevista dall'attuazione della legge delega 67/2014 intende rivolgere un atteggiamento di clemenza verso le condotte definite di «particolare tenuità», prevedendo l'archiviazione per tutti i reati sanzionati con una pena detentiva non superiore a un massimo di 5 anni. E su questo rischio si erano mosse tutte le associazioni da anni impegnate a difendere la dignità degli animali e il loro benessere. Tanto che era già stata decisa una giornata di mobilitazione per il prossimo 24 gennaio per sensibilizzare governo e opinione pubblica circa una condizione che renderebbe vani i sacrifici e gli sforzi compiuti nel corso degli ultimi due lustri da tutte le associazioni animaliste che si battono in favore dei diritti degli animali.

«Sulla tutela degli animali avevamo fatto un passo in avanti verso la civiltà - ha commentato la senatrice di Sel Loredana De Petris -, ora dopo anni di lotte siamo di colpo tornati indietro».

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