Un colpo al cerchio, un colpo alla botte, Matteo Renzi cerca di conquistare centimetri utili alla sopravvivenza del governo. Nocchiero di una barchetta che vede gli approdi delle riforme ora più vicini, ora più lontani, il premier assesta mirati colpi di timone. E ieri l'accelerazione del ddl anti-corruzione, con le norme sul falso in bilancio che il ministro Orlando annuncia in aula entro il fine settimana, sembra voler distogliere lo sguardo da un quadro politico che si fa sempre più intricato.
Nei giorni scorsi Renzi sembrava virare a destra, con l'arrivo della pattuglia di Scelta civica e la difficile ricucitura con Ncd (cosa che ieri mattina rendeva Quagliariello fiducioso in un «vero patto di alleanza»). Ma ecco subito dopo una vigorosa sterzata sulla sinistra, con il rilancio del tema assai sensibile dei diritti civili. Inevitabile la nuova fibrillazione degli alleati di governo, con il leader Ncd, Angelino Alfano ieri pomeriggio ricevuto per oltre un'ora e mezzo a Palazzo Chigi. Summit che segue le trattative avviate l'altro giorno, e che ha provocato persino una piccata protesta dei poliziotti, che si sono visti annullare un loro incontro in mattinata al Viminale per un'improvvisa «forma influenzale». Poi, però, lo hanno visto varcare la porta di Palazzo Chigi. «Dopo l'influenza suina e quella aviaria - ha lamentato il Sap -, oggi abbiamo scoperto anche l'esistenza dell'influenza isterica che evidentemente ha colpito Alfano. Il ministro ci manca di rispetto».
Ma ben altre sembrano ora le preoccupazioni del principale (ormai unico) alleato di un governo che scricchiola. «Renzi era partito con uno spirito riformista - sottolinea Sergio Pizzolante, area di Cicchitto -, ma di zigzag in zigzag pare ora mutare il tutto in una pratica trasformista». Preoccupato anche Maurizio Sacconi, dimissionario capogruppo Ncd al Senato. «Bisogna capire che tipo di risposte concrete vuole dare il premier, se immagina mediazioni da noi accettabili o se sia tentato sul serio di seguire la sinistra del suo partito». Il tema dei diritti civili, «altamente sensibile per Ncd, richiede che vengano subito messi dei paletti: su questo Alfano deve tener duro», dice Pizzolante. La scelta di Renzi in verità sembra fatto apposta per provocare gli alfaniani. «È chiaro che ci stiamo se si tratta di dare una risposta privatistica a bisogni che emergono nella società, ma guai a voler aprire la strada a matrimoni o adozioni da parte di persone dello stesso sesso», spiega Sacconi.
Ma intanto la sinistra del Pd vede aprirsi nuovi orizzonti e nuove prospettive. Stefano Fassina butta la palla persino sullo scivoloso campo dell' Italicum : «Il patto del Nazareno è venuto meno, questo vuol dire che il governo sarà disponibile ad accogliere miglioramenti effettivi sulla legge elettorale». Fassina considera la rottura con Berlusconi una «liberazione per i vertici del Pd», anche se non si fida del tutto: «Questo lo vedremo nei voti». Insiste per modifiche Francesco Boccia, che pure di sinistra non è, ma da tempo resta assai critico con il segretario. Pessimista resta Pippo Civati: «Non credo che cambieranno le riforme e, a leggere quel che dice il governo sul lavoro, se cambierà, cambierà in peggio». L'area più di sinistra è in subbuglio per l'atteggiamento deludente nei confronti della Grecia: dopo l'incontro con Tsipras e le chiacchiere su un asse mediterraneo, è venuto fuori la reale posizione del governo, del tutto schiacciato sulla linea di chiusura di Schaeuble e della Merkel.
Civati critica l'allargamento verso il centro e vagheggia un «equipaggio di persone libere e non-in-vendita» che possa «contrastare la nuova Balena». La balena bianca ovviamente è il Pd, che tende a fagocitare tutto, dagli antipasti exgrillini e pietanze di pura marca Gal. Roba da indigestione spinta.
di Roberto Scafuri
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