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Persino Grillo lo diagnostica: noi grillini siamo psicopatici

Il cofondatore ammette: "Abbiamo delle psicopatologie". Giuseppi e l'escamotage giuridico per fare il leader

Persino Grillo lo diagnostica: noi grillini siamo psicopatici

N on basta più nemmeno l'Elevato. Per il M5s ci vuole il neurologo. Beppe Grillo spedisce i grillini dallo strizzacervelli parlando pochi secondi durante un filmato in memoria di Gianroberto Casaleggio. Assenti tutti i big, Grillo non poteva mancare all'appuntamento per ricordare Casaleggio. Il comico dunque timbra all'evento virtuale Sum, organizzato dall'Associazione intitolata all'altro fondatore del Movimento. «Cinque anni che non ci sei, ma vedessi quello che sta succedendo», esordisce Grillo all'inizio del video. Il Garante parla per 25 secondi. Il suo intervento sembra un attacco ai fuoriusciti, Alessandro Di Battista su tutti, sferrato proprio dal «palco» allestito da uno che ormai è più fuori che dentro, ovvero Davide Casaleggio. «Comunque noi stiamo andando avanti, facciamo cambiamenti - prosegue Grillo - gente che se ne va, gente che torna, gente che va nei gruppi misti, stra-misti, gente che ha delle rivoluzioni culturali, dei mancamenti di intelligenza». Quindi la conclusione dell'Elevato, che di nuovo si diverte a prendere in giro i suoi figli rinnegati. «Abbiamo delle psicopatologie, ci vorrebbe un neurologo».

Ripreso in t-shirt blu, da quella che sembra la sua scrivania, Grillo manda un messaggio politico chiaro. Dice di non comprendere le ragioni della fronda. Di chi è andato via, come Di Battista. Di chi sta per andare via, come Casaleggio. Di chi impedisce gli accordi con il Pd, come Virginia Raggi a Roma. Dibba e la Raggi, a differenza del comico, appaiono a più riprese nel filmato confezionato per omaggiare Casaleggio senior. Inevitabilmente il video è un album di figurine dell'area, anche culturale, che è ancora vicina a Rousseau. Ci sono lo storico Aldo Giannuli e il proto grillino Antonio Di Pietro. I giornalisti Massimo Fini e Gianluigi Nuzzi, il braccio destro di Casaleggio junior Enrica Sabatini. Oltre a Grillo, tra chi ha preso strade diverse, compare Rocco Casalino, spin doctor di Giuseppe Conte, l'uomo che firmerà il divorzio tra il M5s e Rousseau. Soprattutto ci sono i due frontman politici: Raggi e Di Battista. Che aspettano Conte al varco delle comunali di ottobre. Se a Roma il M5s dovesse bissare il Campidoglio, o avere un buon risultato con la Raggi in solitaria, e nelle altre città dovesse naufragare lo schema giallorosso, il nuovo leader sarebbe subito messo in discussione. E a quel punto nessuno potrebbe escludere un'altra rifondazione, nel segno dell'ortodossia.

Ma adesso Conte è ostaggio del Tribunale di Cagliari. Dal M5s si aspettano in tempi brevi il sollecito del Pm sulla votazione per l'organo collegiale. L'ex premier e Grillo proveranno a sfruttare a loro favore la situazione. L'obiettivo è far entrare Conte nel direttorio, assegnandogli il ruolo di «team leader», come trapelato ieri. Scopo non facile da realizzare. Ci sarebbe bisogno infatti di alcune deroghe allo Statuto. Una prima per consentire all'ex premier, non iscritto al M5s, di correre per l'organo collegiale. Un'altra per istituire una figura apicale all'interno del comitato direttivo. Casaleggio darà il via libera alla votazione chiesta dalla Procura sul comitato direttivo, ma potrebbe non dare l'ok per ulteriori consultazioni per modificare lo Statuto. Come nel gioco dell'oca, si torna al punto di partenza. Grillo e Conte, quindi, dovranno giungere per forza a un accordo con Rousseau per sbloccare lo stallo. La soluzione consisterebbe in un divorzio consensuale con buonuscita.

Altrimenti l'unica alternativa è la fondazione di un nuovo partito.

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