Riflettori puntati su Stefano Cucchi. Per troppo tempo la morte del geometra romano è passata nel silenzio, soffocata da chi ha tentato in ogni modo di insabbiare il caso. Adesso, dopo le rivelazioni sul pestaggio da parte del carabiniere Francesco Tedesco, la fine del trentenne romano è in primo piano.
Sono giorni difficili per la famiglia della vittima, che ha ottenuto però una prima vittoria: dimostrare che Stefano è stato ucciso dai rappresentanti delle forze dell'ordine che lo avevano in custodia. Ma la battaglia non è finita e in queste ore si combatte a suon di polemiche.
Il comandante generale dei carabinieri, Giovanni Nistri, parlando al Corriere della Sera ha fatto sapere che «quando tutto sarà definito attraverso gli accertamenti dell'autorità giudiziaria, e sarà fatta chiarezza su tutti gli aspetti di questa vicenda disonorevole, l'Arma prenderà i propri provvedimenti». Ma ha ricordato anche che l'Arma non ha perso né deve riacquistare la dignità, perché i carabinieri non sono rappresentati dalle persone coinvolte nel caso Cucchi, ma «dal lavoro quotidiano che nell'ultimo anno ha portato 6 dei nostri uomini a morire in servizio, oltre che a contare 1.092 feriti». A distanza gli risponde la sorella di Stefano, Ilaria: «Ci sono persone che sentono l'esigenza di difendere l'Arma dei carabinieri ma qui nessuno l'ha messa sotto accusa, sono state messe sotto accusa delle singole persone». «Noi - spiega - abbiamo un problema serio quando i carabinieri che vengono a testimoniare hanno paura a dire la verità. Abbiamo visto il trattamento riservato a Riccardo Casamassima. So perfettamente che la maggioranza delle persone che indossano la divisa è perbene e compie il suo dovere». Poi la stoccata al ministro Salvini: «Molte dichiarazioni di questi giorni sono significative ma credo che la mia famiglia per prima cosa meriti delle scuse perché oggi sappiamo verità e noi in questi anni siamo stati lasciati soli: noi non abbiamo mai mollato, Stefano era ultimo ed è morto da ultimo ma i diritti non sono mai sacrificabili».
E il ministro non si lascia sfuggire l'occasione di ribattere: «Io polemica
sui morti non ne faccio. L'ho già detto, le porte del Viminale sono aperte a tutti». E Intanto a Roma il presidente del Municipio VIII Amedeo Ciaccheri annuncia che chiederà di dedicare una strada nel municipio a Cucchi.
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