Coronavirus

Le imprese e i sindacati incalzano l'esecutivo: "Ora più investimenti"

Appello al ministro dell'Economia Gualtieri: «I decreti per l'emergenza sono insufficienti»

Le imprese e i sindacati incalzano l'esecutivo: "Ora più investimenti"

«Lavorare insieme agendo in maniera coordinata per consentire al nostro Paese di superare questa fase in maniera rapida ed efficace». Con una nota congiunta le imprese (Abi - Coldiretti - Confagricoltura - Confapi - Confindustria - Legacoop - Rete Imprese Italia) e i sindacati (Cgil - Cisl - Uil) intervengono chiedendo «una rapida normalizzazione» che consenta «di riavviare tutte le attività ora bloccate». Imprese e lavoratori devono poter operare «in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese» e le istituzioni devono evitare di diffondere sui mezzi di informazione «una immagine e una percezione che rischia di danneggiare durevolmente il made in Italy e il turismo».

L'appello, quindi, contiene in sé una critica neanche troppo velata alle istituzioni sulla modalità di gestione della crisi generata dall'epidemia di coronavirus. Ma quello che maggiormente preme ad aziende e sindacati che, per una volta, si ritrovano dalla stessa parte della barricata, non sono solo le «misure urgenti di necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori», ma soprattutto «un grande piano di rilancio degli investimenti che contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura». Un ruolo importante, conclude la nota, dovrà essere svolto anche dall'Europa «per creare le migliori condizioni per un rilancio economico dell'Italia nell'interesse della stessa Ue».

È come se i rappresentanti dei lavoratori e delle imprese avessero la consapevolezza che, ove mai la politica fosse in grado di elaborare una efficace strategia contro quella che si prefigura come una crisi annunciata, essa potrebbe essere bloccata dalla Commissione Ue. Non è un caso che la flessibilità di bilancio data pressoché per scontata dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, in quanto «il Patto di Stabilità prevede la possibilità di far fronte a eventi eccezionali», a Bruxelles verrebbe concessa solamente dopo valutazioni ex post. Una prassi che persino il Financial Times vorrebbe scongiurare. «L'Italia ha bisogno di spazio di bilancio» si legge in un editoriale pubblicato ieri nel quale si evidenzia che «l'allentamento può essere un male per l'economia a breve termine, ma resta la migliore politica».

Duro ma collaborativo Silvio Berlusconi. «La vera priorità deve essere preservare l'occupazione e sostenere le aziende che saranno maggiormente colpite. Bisogna altresì che il governo si impegni per ristabilire la corretta immagine dell'Italia nel mondo», ha dichiarato il leader di Fi.

I due decreti in materia economica che il governo si appresta a varare, infatti, non sembrano in grado di mutare significativamente il quadro negativo. Entro domani dovrebbe essere approvato il primo provvedimento dedicato alla zona rossa dedicato alla sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali, della rottamazione delle cartelle e degli adempimenti fiscali fino al 30 aprile. Prevista anche la cassa in deroga per gli autonomi. Sospesi i contributi anche per gli operatori turistici. Misure che si aggiungono alla sospensione delle tasse già in vigore. Entro la prossima settimana sarà deliberato una nuova serie di interventi per i comparti in difficoltà come quello turistico e dell'export.

Si prevede un primo ampliamento del fondo di garanzia delle imprese per 50 milioni e altri 350 milioni dedicato al sostegno alle imprese esportatrici oltre a un «significativo finanziamento» della cassa integrazione. La limitata autonomia di bilancio, al momento, non consente voli pindarici.

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