Porto Torres, ore 20.30. Il traghetto della Tirrenia diretto a Genova dovrebbe partire ma resta fermo al molo, un gruppo di una cinquantina di migranti deve imbarcarsi, le pratiche sono complicate e i passeggeri aspettano un'ora e mezza. Verso le 22 finalmente la nave salpa, nella navigazione recupera anche il tempo perso, ma qualcuno scatta una foto che subito rimbalza sui social network. Una spaziosa sala della nave, munita di poltrone, sbarrata in maniera artigianale con delle cime e sopra un cartello: «Riservato». A postare la foto è il leader della Lega, Matteo Salvini: «Partenza ritardata per l'attesa di far salire a bordo un pullman di clandestini. Nella foto la sala poltrone riservata a loro, mentre tanti italiani dormiranno in terra sui materassini... Fanculo». Il post viene condiviso da 47mila persone e scatena una furia di commenti. C'è chi racconta esperienze simili («Non solo Porto Torres... sono sulla nave Cagliari-Civitavecchia, e siamo partiti in ritardo per farli salire a bordo»; «A Varazze l'Intercity è rimasto fermo per 80 minuti, in quanto 150 stranieri senza biglietto si rifiutavano persino di scendere»), chi accusa di razzismo il leader leghista e i suoi supporter («Anche gli ebrei viaggiavano gratis, vergognatevi») e chi racconta l'episodio da testimone, come un ragazzo che ha viaggiato sullo stesso traghetto con un «passaggio ponte», cioè con un biglietto base senza poltrona né cabina («Ho dormito per terra perché la cabina costa. C'è gente che ci marcia per farsi pubblicità»). La Tirrenia resta fuori dalla polemica, ma interpellata dal Giornale dà una versione differente rispetto a Salvini: «I profughi erano muniti di regolare biglietto e non erano clandestini perché le leggi internazionali sulla navigazione vietano l'imbarco di cladestini a bordo» spiega una portavoce della compagnia.
I profughi, accompagnati all'imbarco dagli assistenti di una onlus, avrebbero acquistato il biglietto prima di essere sistemati in un'area della nave a loro riservata. Perché? «È una prassi che si segue quando ci sono dei gruppi numerosi, non c'è niente di strano. In quel modo si tengono uniti e si gestisce meglio il gruppo, si fa così anche quando si spostano gli ultras, o anche i gruppi di pellegrini che vanno a Roma». Poco dopo arriva la nota ufficiale dell'azienda: «Compagnia Italiana di Navigazione chiarisce che tutti i passeggeri che salgono a bordo delle sue navi devono obbligatoriamente essere provvisti di biglietto seguendo le regolari procedure previste dalle normative in vigore, come dettato per altro dalle vigenti norme internazionali del trasporto marittimo. Così è stato anche per il gruppo di migranti che si sono imbarcati a Porto Torres per Genova. Come avviene di prassi per la ottimale gestione di qualsiasi gruppo, siano essi sportivi, turisti o pellegrini, viene riservata loro un'area per sistemarsi. Nel caso in questione, nessun passeggero a bordo della nave ha subito variazioni o modifiche della propria sistemazione prevista dal suo biglietto».
Non è la prima volta che l'emergenza migranti crea problemi nei porti della Sardegna, dove si contano più di 2mila profughi, in maggioranza eritrei. Tutti vogliono lasciare la Sardegna per raggiungere i famigliari, spesso nel nord Europa, e il mezzo più semplice è la nave. Per imbarcarsi però servono documento d'identità e soldi per il biglietto. Ma anche se non li hanno i migranti vogliono partire lo stesso.
A Cagliari un centinaio di loro ha inscenato una protesta per ottenere di poter lasciare l'Isola, un altro si è gettato in mare, mentre a Porto Torres una ventina ha cercato di salire su un traghetto. Ma protestano anche di più i sindaci sardi: «La situazione è intollerabile, il governa faccia qualcosa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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