Roma - L'uscita di May Way , la prima biografia autorizzata di Silvio Berlusconi a cura di Alan Friedman, è fissata per l'8 ottobre. Un'anteprima, pubblicata dal Corriere della Sera , svela e approfondisce dettagli di quella «special relationship» tra l'ex premier italiano e Vladimir Putin. Un capitolo al quale contribuisce con ricordi personali lo stesso presidente della Federazione Russa che al di là degli attestati umani, sottolinea il ruolo avuto da Berlusconi nel superamento di storiche distanze tra Stati Uniti e Russia.
La memoria torna al 28 maggio 2002 a Pratica di Mare, al vertice Nato dove per la prima volta le porte dell'Alleanza Atlantica si aprirono all'ex-potenza sovietica. Berlusconi si assunse un ruolo di mediatore tra Putin e George W. Bush. Quel Consiglio, racconta il leader russo, è stato «un positivo passo in avanti nella costruzione di rapporti di partnership tra Russia e Nato. Ha creato le condizioni per collaborare in una prospettiva a lungo termine. Ma purtroppo noi - e parlo di tutti, non voglio addossare la responsabilità a nessuno in particolare - non abbiamo saputo trarre pienamente vantaggio da quanto è stato fatto allora in Italia. Il trattato Russia-Nato, in quanto tale, è senza dubbio la piattaforma su cui costruire i rapporti, ma sarebbero stati necessari anche cambiamenti nella politica concreta».
Oggi a dividere la Russia dall'Occidente è soprattutto la questione ucraina, ma Putin promette che non ci sarà un ritorno alla Guerra Fredda. «Qualcuno vorrebbe separare la Russia dall'Europa e l'Ucraina dalla Russia. Non ci faremo coinvolgere in nessuna nuova Guerra fredda. Non lo consentiremo». Il libro di Friedman approfondisce anche la posizione di Berlusconi in merito al conflitto tra Russia e Ucraina. «Sulla questione dell'Ucraina» sostiene Berlusconi «io sono in disaccordo con la politica dell'Ue e degli Stati Uniti, e con il comportamento della Nato. Il popolo della Crimea parla russo e ha votato con un referendum per riunirsi alla Madre Russia. Le sanzioni internazionali decise contro cittadini russi considerati vicini a Putin sono assurde. Espellere la Russia dal G8 è stato un errore. Purtroppo, la politica dell'Occidente potrebbe riportarci all'isolamento della Russia, come prima del trattato di Pratica di Mare. Sinceramente, in Occidente vedo oggi una totale mancanza di leadership».
Putin, racconta il libro, «parla con affetto sincero, e in una conversazione di mezz'ora si riferisce dieci volte a Berlusconi chiamandolo «Silvio». «Silvio» dice Putin «è un uomo franco, a volte forse eccessivamente, può anche offendere qualcuno o suscitare la reazione sia dei colleghi sia della stampa». Putin dimostra grande conoscenza e comprensione delle inchieste, dei processi e degli scandali che l'amico italiano ha dovuto affrontare nel corso degli ultimi vent'anni.
«Se la memoria non mi inganna, Berlusconi ha cominciato a fare politica nel '94 ma prima aveva fatto l'imprenditore per più di trent'anni e non aveva mai avuto alcun problema giudiziario. Appena ha cominciato a fare politica, nel giro di tre anni è stato oggetto di una trentina di procedimenti penali. Purtroppo, questo è tipico non solo dell'Italia, ma del mondo in generale».
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