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Con l'afa scatta l'assalto alle spiagge inglesi. Johnson è in allarme: "Pronti a chiudere i lidi"

A Bournemouth risse e tre accoltellati. Battaglia per il mare e i parcheggi

Con l'afa scatta l'assalto alle spiagge inglesi. Johnson è in allarme: "Pronti a chiudere i lidi"

Londra. Il 4 luglio non è ancora arrivato, ma nel Regno Unito il caldo ha già dato alla testa, annullando la regola del distanziamento sociale. In attesa che riaprano pub e musei, negli ultimi giorni il bel tempo ha spinto i sudditi della Regina a riversarsi nelle spiagge del Dorset come una marea di formiche pronte a lottare per un parcheggio e dieci centimetri di spiaggia.

Migliaia di persone, provenienti da ogni dove, si sono date appuntamento a Brighton e Bournemouth dove la polizia non è riuscita in alcun modo a gestire una situazione incandescente e non solo per le alte temperature. In un solo giorno nella località balneare sono scoppiate risse, ci sono stati tre accoltellamenti, alcune strade hanno dovuto venir chiuse al traffico e la polizia non è riuscita nemmeno a controllare il fenomeno del campeggio abusivo notturno. Nessuno ha ascoltato gli inviti delle autorità locali a rimanere lontani dal litorale già sovraffollato, tanto che alla fine la situazione è stata trattata come «grave incidente» e ieri il ministro della Salute Matt Hancock ha minacciato di chiudere tutte le spiagge se i cittadini dovessero continuare con questi comportamenti e i contagi dovessero risalire.

Il primo ministro Boris Johnson gli ha dato man forte dichiarando che la gente deve comprendere che «troppi assembramenti» come quelli visti a Bournemouth «potrebbero riportare indietro il Paese» ai tempi oscuri del lockdown, mentre quello all'Ambiente George Eustice ha tentato di sdrammatizzare la vicenda. «Dobbiamo riconoscere che si trattava del giorno più caldo e molte persone hanno avuto la stessa idea, sono andate in spiaggia. Certo le scene viste a Bournemouth sono motivo di preoccupazione» ha detto alla Bbc. Anche perché le stesse scene si stanno ripetendo un po' dappertutto, persino nello sperduto Galles. E in fondo, c'era da aspettarselo. In un Paese rimasto chiuso per mesi, impossibilitato ad andare in vacanza e a far baldoria e follie sulle solite spiagge della Spagna e della Grecia, i vari «hooligan da spiaggia» con le casse di birra al seguito sempre pronti a scazzottarsi, da qualche parte dovevano pur riparare. Vicki Slade, consigliere comunale di Bournemouth, ha raccontato che in città i problemi sono iniziati già a maggio, quando le misure restrittive sono state ridotte, ma i locali erano ancora chiusi. Tutti quelli che volevano divertirsi o creare problemi si ritrovavano in spiaggia.

La situazione comunque è sfuggita di mano anche a Londra dove per due notti di seguito la polizia è stata a aggredita da persone coinvolte in party di strada illegali. Dopo il ferimento di 22 poliziotti dello scorso mercoledì, intervenuti a Brixton, per mettere fine ad un rave di 400 persone, giovedì notte è stata Notting Hill a trasformarsi in teatro dell'ennesima violenza. La gente ha iniziato a radunarsi in strada fin dalle 21, ma i primi incidenti sono scoppiati intorno alla mezzanotte e sono proseguiti fino alle prime ore del mattino di ieri. Quando gli agenti sono intervenuti hanno trovato circa duecento persone, molte di loro in preda agli eccessi dell'alcol e di droghe.

Che erano tutto fuorché distanziate.

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