L'annus horribilis di Papa Francesco

Nel giorno del suo compleanno ripercorriamo gli episodi più importanti che hanno riguardato il Papa e la Chiesa. Da Vatileaks al Giubileo, dalla querelle con Marino alla faida interna dei tradizionalisti che lo vorrebbero spodestare

L'annus horribilis di Papa Francesco

Due anni di pontificato e 79 sulle spalle. Papa Francesco festeggia oggi il suo compleanno a 9 giorni dall’apertura del Giubileo straordinario sulla Misericordia annunciato a sorpresa lo scorso marzo.

Quest’ultimo anno per il Papa e per la tutta la Chiesa Cattolica sarà ricordato come l’anno del secondo Vatileaks, del grande tradimento scoperto lo scorso novembre e culminato con l’arresto del monsignor Lucio Vallejo Balda e della pierre Francesca Immacolata Chaouqui che, a differenza del prelato, è stata rilasciata dopo poco ma che risulta ancora indagata. I due erano membri del Cosea, una commissione referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione della Struttura economico-amministrativa del Vaticano, e sono accusati di aver passato ai giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emanuele Fittipaldi dei documenti riservati che loro hanno usato per la pubblicazione dei loro libri, Via Crucis e Avarizia. Anche i due cronisti sono sotto processo ma, poco dopo lo scoppio dello scandalo l’attenzione mediatica più che sugli sprechi dello Ior e dell’Aspa (l’ente che si occupa della gestione degli immobili papali) si è spostata sulla presunta love-story tra la giovane pierre e monsignor Balda. Il Papa sperava che il processo si concludesse prima dell’8 dicembre, cioè prima dell’inizio del Giubileo, ma anche i tempi della giustizia vaticana in questo sembrano dilatarsi sempre di più. Nel volo aereo di ritorno dall’Africa, dove ha aperto la prima Porta Santa, il Papa ha riconosciuto di aver fatto un errore a nominare Balda e la Chaouqui ma ha assicurato che la sua opera di pulizia proseguirà.

Un altro viaggio molto importante rimarrà impresso nella memoria, soprattutto dei romani. Chi segue questo Papa sa che ama parlare in libertà soprattutto quando è in volo con i giornalisti. È diventata memorabile la domanda: “Chi sono io per giudicare un gay che si vuole avvicinare alla Chiesa?” ma in estate a generare un vero e proprio caso politico è stata la dichiarazione sull’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. Bergoglio era di ritorno dal suo negli Stati Uniti dove Marino avrebbe voluto incontrarlo ma il Papa si è rifiutato e ai giornalisti ha detto chiaramente: “Io non ho invitato Marino. Chiaro?” Una querelle che, poi, ha dato vita al caso scontrini-gate e che ha portato alle dimissioni del sindaco della Capitale. Al Papa i politici piacciono poco e infatti anche quando è stato a Firenze per una visita pastorale il Fatto Quotidiano ha rivelato un retroscena secondo cui il Pontefice si è rifiutato di incontrare persino il premier Renzi che puntava a una photo opportunity. Con la politica, poi, la Chiesa italiana ha avuto ultimamente un rapporto non buon con i dissidi sul tema dei migranti tra monsignor Galantino, segretario della Cei, e il leader della Lega Matteo Salvini.

Anche dentro la Chiesa il Papa non gode di un consenso unanime come dimostrato dal voto finale dell’ultimo Sinodo sulla famiglia dove la scelta di consentire ai divorziati di fare la comunione è passata con due soli voti di scarto. I rumors dicono che i tradizionalisti si muovano nell’ombra per far cadere il Pontefice e non ha sicuramente giocato a loro favore l’intercettazione pubblicata dal Fatto in cui il vescovo di Ferrara Luigi Negri, parlando col giornalista Renato Farina, avrebbe detto: “Speriamo che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con l’altro”, riferendosi a Papa Luciani morto nel 1978 dopo un solo mese di pontificato. Da ultimo non sono mancate le critiche per la proiezione di scene naturalistiche e bucoliche sulla facciata della Basilica di San Pietro in quanto considerate troppo “pagane” e molto poco cristiane.

Solo il futuro ci dirà se questo Papa, che si avvia a diventare ottuagenario, sarà in grado di riuscire a sfuggire a tutte le minacce che lo riguardano e tra queste quelle dell’Isis sembrano essere per lui le meno preoccupanti. Mai, come in questo caso è azzeccato il proverbio: “Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Dio”.

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