Guerra in Ucraina

"L'autostrada della speranza". La controffensiva dell'Ucraina può arrivare fino a Belgorod

Kiev ammassa 80mila militari vicino a Bakhmut. L'obiettivo è la "M03" che passa da Kharkiv e arriva in Russia. Il ruolo dei Mig.

"L'autostrada della speranza". La controffensiva dell'Ucraina può arrivare fino a Belgorod

Il nuovo incubo di Mosca potrebbe essere racchiuso in una sigla, «M03». Non si tratta di un'arma che Biden ha inviato a Zelensky per dare scacco matto a Putin, la «M03» è un'autostrada, l'arteria più importante dell'Ucraina. Passa da Bakhmut, tocca Kharkiv, a nord, e prosegue con il nome di «A270» fino a Belgorod, in territorio russo. In tutto sono 288 km, che per il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, potrebbe diventare il tracciato dell'orrore.

In un video pubblicato sul suo canale Telegram, l'oligarca teme una pesante controffensiva degli ucraini attraverso la «M03». Prigozhin spiega di essere in possesso di informazioni certificate: «Il nemico ha concentrato un raggruppamento di oltre 80mila militari intorno a Bakhmut. Sono sufficientemente equipaggiati per spazzarci via e cercare di raggiungere Belgorod sul territorio russo». Le voci di un contrattacco, nonostante i russi stiano resistendo utilizzando anche sistemi di guerra radioelettronica, sono state confermate ieri dal comandante delle forze di terra di Kiev, Oleksandr Syrsky. «L'aggressore non ha perso la speranza di prendere Bakhmut a tutti i costi, ma deve fare i conti con notevoli perdite di uomini e attrezzature. Molto presto approfitteremo di questa opportunità, come abbiamo fatto vicino a Kiev, Kharkiv, Balakliya e Kupiansk», commenta. Lo sconfinamento in territorio russo potrebbe creare una pericolosa escalation, ma il comandante in capo delle operazioni, il generale Zaluzhnyi, vuole tagliare una volta per tutte i rifornimenti (soprattutto di tank) che proprio da Belgorod arrivano in Ucraina.

A quelle latitudini Mosca possiede hub, ma anche officine meccaniche. Putin è a corto di carri armati, tant'è che sta predisponendo l'invio di residuati degli anni cinquanta dai magazzini di Arsenyev, nella regione di Primorsky. Ieri sera a Belgorod sono arrivati due battaglioni da Mosca, nell'eventualità di una «visita» da parte degli ucraini. Kiev è in mobilitazione anche sul fronte meridionale, dove i soldati provano a liberare una zona di circa 30 km sulla riva sinistra del Dnipro. Nel vicino Kherson gli invasori starebbero arretrando, nascondendo uomini e attrezzature militari dentro gli edifici residenziali a Novaya Kakhovka, non prima però di aver colpito case e persino una chiesa a Beryslav. Ed è proprio nell'oblast di Kherson che è arrivato Zelensky, in visita a una delle strutture energetiche della regione, per discutere delle forniture di elettricità agli insediamenti, del ripristino nei territori tornati sotto il controllo ucraino, e del recupero delle attrezzature danneggiate dai bombardamenti.

Il presidente ha ottenuto ieri tra l'altro i primi quattro caccia Mig-29 dalla Slovacchia e sei tank Leopard 2A4 dalla Spagna. Altri tre carri armati sono in arrivo dalla Finlandia, mentre Praga ha messo a disposizione un sistema di razzi a lancio multiplo RM-70. Armi che, a detta del Cremlino, rappresentano «un passo distruttivo». Il morale, dopo la carneficina a Zaporizhzhya e a Rzhishchev, sembra in lenta ripresa. E a galvanizzare ulteriormente i soldati di Kiev, nel 393° giorno di combattimenti, è il video pubblicato dal blog «Welcome to Ukraine» che mostra un drappo giallo e blu sventolare su una torre di comunicazione del villaggio di Hrushivka, a 18 chilometri a nord della città di Sudak, nella Crimea occupata dai russi. «Per tutti quelli che dicono che la Crimea è di Mosca, noi rispondiamo in questo modo», si legge nella didascalia.

Gli occupanti stanno facendo di tutto per entrare ad Avdiivka (Donbass), ma in un solo giorno avrebbero perso più di 250 uomini. L'aviazione ucraina ha messo a segno inoltre 11 attacchi nelle aree di concentrazione di personale e attrezzature militari degli invasori nelle località di Novoselka (Donetsk) e Antonovka (Kherson).

I sistemi di difesa aerea russi hanno annientato 16 droni di Kiev.

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