Legge elettorale e soglie, tutti i dubbi di Berlusconi

Il leader azzurro scettico sulle richieste di abbassare lo sbarramento al 3%. Si studia il premio alla coalizione

Legge elettorale e soglie, tutti i dubbi di Berlusconi

La partita in Sicilia, dove si voterà il 5 novembre, è cruciale; e Berlusconi lo sa bene. In più è spaventato dall'ascesa dei grillini dove, nell'isola, restano i favoriti. Molti sondaggi li danno al 30%, qualcuno addirittura al 40. Per il Pd, invece, è previsto un tracollo verso il 15% o giù di lì. I dati relativi al centrodestra, stimato attorno al 20%, sono ballerini perché la situazione è in continua evoluzione. Il Cavaliere vorrebbe contrastare i pentastellati apparecchiando una coalizione più ampia possibile. Da qui il riannodarsi dei rapporti con Alfano che nell'isola ha il suo granaio di voti.

La strada che porta alla stipula del patto è però piena di ostacoli. Il primo: Angelino, se è vero che in terra sicula vale molto di più di quanto valga altrove, rischia di far scappare molti tifosi azzurri. Per i forzisti duri e puri Alfano resta il simbolo del tradimento. Il secondo: il ministro degli Esteri è pronto all'accordo ma non gratis. Come contropartita vuole l'appoggio a una modifica della legge elettorale sulla soglia di sbarramento, per lui di vitale importanza. La bozza attuale prevede una soglia del 5%, Angelino vorrebbe abbassarla al 3%. Su questo, però, il Cavaliere ha più volte espresso tutti i suoi dubbi, peraltro condivisi dal segretario del Pd. Una clausola anticespugli è necessaria per evitare che i piccoli partiti continuino, coi loro veti, a condizionare quelli più grandi. Sullo sbarramento, quindi, l'ex premier resta estremamente scettico. Il terzo: Alfano tentenna. È tirato per la giacchetta da Casini che, tramite Corriere della Sera, lo mette in guardia dal tornare sulla strada di Arcore. Pierferdinando vorrebbe che Angelino si sposasse con il Pd anche in Sicilia. Alfano tratta con tutti, pur di vedere l'asticella abbassarsi al 3%. Per questo si confronta pure con il piddino siciliano Davide Faraone, con cui ha avuto un recente faccia a faccia.

Le trattative con Forza Italia, pertanto, subiscono una brusca frenata. Oggi si sarebbe dovuto tenere un summit tra Alfano, Ghedini, Miccichè e Letta, proprio per trovare la quadra sull'appoggio a Musumeci, candidato governatore del centrodestra. Incontro saltato. Forse anche perché Berlusconi, cui spetta sempre l'ultima parola, per una settimana è politicamente in pausa.

Da venerdì, infatti, è a Merano dove, al Palace Merano Espace Henry Chenot, passerà sei giorni per rimettersi in sesto con riposo, nuoto e diete a base di brodini e tisane. Scontata la visita della fedelissima altoatesina Michaela Biancofiore che ha accolto il leader di Forza Italia nelle «sue» terre. Settimana all'insegna del relax e della privacy assoluta anche se, appena arrivato, il Cavaliere non ha resistito a una passeggiata in città: sosta al «Capriccio», pizzeria al taglio in pieno centro, con accoglienza - seppur nel mite Alto Adige - rovente. Pioggia di selfie e battute con una comitiva di ragazze lì a festeggiare un addio al nubilato. Poca politica, quindi, in Trentino; anche se qualcuno l'ha sentito giurare: «Ricarico le batterie per la campagna elettorale. E, ancora una volta, sarò io a rimettere insieme il centrodestra».

Non solo: «Se Renzi perde in malo modo in Sicilia, come possibile, la fronda interna lo obbligherà ad accettare il premio alla coalizione. E noi avremo fatto bingo». Ma poi è arrivata l'ora di rientrare in hotel. Sorridendo.

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