Roma - La riforma della legittima difesa affossata dal Pd. Nel maggio dello scorso anno dopo settimane di feroci polemiche era stata approvata dalla Camera una legge confusa e contraddittoria. Il punto di partenza era un testo proposto dal centrodestra che in sostanza puntava a rendere la difesa sempre legittima escludendo il reato di «eccesso di legittima difesa». Ma il testo fu poi stravolto in sede di discussione a Montecitorio.
Il risultato finale era stata una legge pasticciata ripudiata dal centrodestra ma criticata anche da sinistra e paradossalmente bocciata subito pure dallo stesso leader del Pd, Matteo Renzi, dopo che la sua maggioranza di centrosinistra a Montecitorio l'aveva approvata. Segno di quanto la normativa fosse scritta male.
Nel mirino delle critiche, sollevate anche dai magistrati che avrebbero dovuto applicarla, la specificazione della circostanza «in tempo di notte» che sembrava legittimare l'eventuale reazione del rapinato soltanto se il fatto si fosse svolto nelle ore notturne. Equivoco dovuto alla confusa esposizione della norma poi chiarito. Il secondo punto di debolezza era la specificazione che la colpa sarebbe stata esclusa in ogni caso se l'aggredito avesse reagito in seguito «a un grave turbamento psichico». Specificazione che era apparsa inutile visto che una persona che vede entrare estranei nella propria casa o nel proprio negozio e viene aggredito è sempre preda di «un grave turbamento psichico».
Quindi dopo l'approvazione da parte di Montecitorio la legge è finita su uno dei tanti binari morti del Senato, dimenticata come molte altre leggi importanti perché che incidono direttamente sulla vita dei cittadini.
Ma se la legge è finita nel dimenticatoio invece la cronaca continua a registrare aggressioni e rapine durante la quali qualche cittadino invece di restare inerme reagisce. Ed ecco che come nel caso di Napoli si ripropone il problema di un eventuale eccesso di legittima difesa.
Ovviamente su questo fronte la destra torna all'attacco promettendo che una volta al governo uno dei primi passi sarebbe quello di riformare la legge.
Il primo a parlare è il leader della Lega, Matteo Salvini. «Va cambiata la legge. - tuona il leader del Carroccio- Se un ladro entra in casa mia alle tre di notte con i miei figli che dormono se ho la pistola e la uso poi mi aspetto che lo Stato stia al mio fianco non che mi condanni».
Sulla questione interviene anche Forza Italia.
«In questo momento, in Italia, c'è un fortissimo senso di insicurezza, in particolare delle donne, che non viene capito e non viene descritto ma di cui la politica deve farsi carico ed è quello che noi faremo -dice Deborah Bergamini- L'Italia è stata chiamata, da sola, ad assorbire una pressione migratoria senza eguali e lo Stato non sta garantendo le regole basilari a tutela dell'incolumità dei cittadini».
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