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Libera toponomastica in libero Stato

Libera toponomastica in libero Stato

Questa storia dei buoni (di sinistra) da una parte e dei cattivi (tutti gli altri) dall'altra, comincia a diventare fastidiosa. Perché ai concessori di patenti di democrazia e soprattutto di bontà, non basta più aver occupato per decenni scuole e università, case editrici e cinema, ignorando i milioni di morti sulla coscienza (ammesso che coscienza abbiano) dei comunisti o tragedie come le foibe. Oppure mettendo, cosa ancor peggiore, i martiri anche bambini (di foibe o anni di piombo) tra i fascisti spregevoli e i carnefici rossi tra chi voleva solo salvare il mondo. Ma altri cento sono gli esempi di questo schemino preordinato da utilizzare in tutte le occasioni, con quei vestitini confezionati dall'ideologia che lo stesso Karl Marx, da buon hegeliano, raccomandava di strappare per non violentare la verità. Ora l'ultimo caso va trattato con tutta la delicatezza e il garbo possibile. Perché la protagonista è la senatrice a vita Liliana Segre, di cui tutti conosciamo le terribili vicende storiche e umane. Ma ciò non toglie che il suo ultimo intervento possa, anzi debba essere catalogato tra quelli a gamba tesa. Così tipici di una sinistra sempre pronta a gonfiare il petto, anzi meglio la pancia della sua (solo presunta) superiorità morale. Non altrimenti va catalogato il suo invito alla città di Verona a rimangiarsi la decisione di intitolare una via a Giorgio Almirante. Una vecchia richiesta che finalmente sotto il balcone di Giulietta sembrava aver raggiunto un approdo. Non fosse che la decisione sovrana di un consiglio comunale con la legittima espressione dei rappresentanti del popolo, viene ora rimessa in discussione dall'altolà della senatrice Segre, pronta a restituire la cittadinanza onoraria che quello stesso consiglio, ugualmente sovrano, le aveva da poco attribuito. Dando fiato alla solita canea rossa che non avendo più idee e personaggi di riferimento dopo lo tsunami che ha travolto il comunismo, non trova di meglio che accanirsi contro i miti altrui, facendo di uno stantio e vuoto antifascismo l'unico collante possibile per un esercito rimasto senza generali. E ideali. E allora al diktat della Segre e di chi forse l'ha mal indirizzata su una strada scivolosa, verrebbe solo da opporre la richiesta di una libera toponomastica in un libero Stato.

Dove i Comuni possano votare e intitolare una via a una italiano che abbia segnato positivamente, come nel caso di Giorgio Almirante e del suo Msi, la storia di questo nostro sciagurato Paese.

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