Il maxi-decreto Cura Italia è già legge, ma ora scatta il conto alla rovescia per convertirlo.
L'8 aprile il testo arriverà nell'aula del Senato per il primo voto. Il governo è ovviamente pronto a mettere la fiducia, se sarà necessario per non sforare i tempi e per blindare le norme ritenute indiscutibili. Ma si vuole evitare di dare l'idea di un Paese che litiga e si spacca davanti alla più grande emergenza del dopoguerra, e quindi si cerca di tendere una mano all'opposizione, che - con toni diversi - avanza critiche e chiede modifiche. «Qualche correzione può certamente essere fatta - spiega un ministro dem - ma tutto dipende dall'atteggiamento dei partiti di minoranza: se prevale la linea più fattiva e moderata di Forza Italia o se Salvini e Meloni useranno l'esame in Parlamento per fare propaganda sulla tragedia». In quel caso, sottolinea, porre la fiducia sul testo sarà inevitabile. Conferma la sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi, Pd: «Se Salvini cerca lo scontro non troverà pane per i suoi denti, perché da parte nostra c'è disponibilità ad ascoltare». I primi segnali non sono incoraggianti: la Lega ieri si è opposta all'esame nella sola commissione Bilancio, per snellire l'iter. «Incredibile che la Lega faccia ostruzionismo quando l'Italia ha bisogno di aiuto», insorge il pd Andrea Orlando.
Della linea da tenere si è discusso ieri pomeriggio in un vertice tra Conte, ministri e capi-delegazione di maggioranza: «L'apertura a modifiche ci sarà», assicura uno dei partecipanti. Del resto richieste di cambiamenti alle misure (in particolare sul sostegno a partite Iva e professionisti) arrivano anche da gruppi di maggioranza come Italia viva. E il ministro dell'Economia Gualtieri spiega che alcuni interventi che ora vengono da più parti giudicate insufficienti potranno essere ricalibrate nel prossimo decreto di aprile: «I 600 euro per i lavoratori autonomi sono una cifra limitata, ma è un intervento erga omnes mai fatto prima: ad aprile rimoduleremo le risorse». Da Forza Italia Giorgio Mulè prende atto della correzione di rotta: «Era quello che andava fatto subito, ma è solo uno dei numerosi punti da rivedere». E Antonio Tajani invita il governo ad «avere coraggio» e ad accogliere «le nostre proposte su partite Iva, lavoratori, medici e politica fiscale, se vuole il sostegno di Fi».
Dalla Lega però i toni sono assai più bellicosi e propagandistici: «Se nel nome dell'emergenza sanitaria il governo vuol far passare il Mes e lo svuotacarceri noi non saremo complici», minaccia Salvini, sorvolando sul fatto che l'ok al Mes lo abbia dato il governo di cui faceva parte, e che le misure per alleviare la pressione dell'epidemia sulle carceri siano in realtà, come denunciano le
Camere penali, inapplicabili. «Tutto il centrodestra avrà un atteggiamento di responsabilità e collaborazione - assicura Rampelli da Fdi -ma il governo cambi atteggiamento e sia più aperto alle proposte delle opposizioni».
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