È l'alluvione dei bambini. Metà dello Stivale è piena d'acqua nera ma al centro di questi nastri violenti e limacciosi s'alza come un gigante la figura di una donna, che per sei ore ha attraversato a piedi Genova e parte della Valpocevera, chiamata dall'amore dalla sua bimba disabile che sapeva che la mamma ce l'avrebbe fatta. «Camminavo, camminavo, senza vedere nulla se non la mia piccola e mio marito» racconta Giuseppina Dagnino, operatrice sanitaria in una struttura per anziani nella città di Cristoforo Colombo.
Se è «la vita e non la morte a non avere confini» è perché la vita ha il coraggio dell'infanzia. Eppure la tempesta si è data da fare interessando città e province, vicine e lontane. Lecco: a Ballabio e Torre de' Busi, due frane. Cassano d'Adda: tra le province di Bergamo e Milano, l'Adda ha raggiunto e invaso il cascinello Cirino. I sommozzatori hanno salvato su un gommone una famiglia di sei persone con una bambina di un anno e mezzo e tre cani. Bergamo: quattro frane hanno costretto ad evacuare quattro famiglie. Milano: 400 persone soccorse e si sta mettendo in dubbio che reggano le fondamenta di Expo.
E la lista peggiora. Sono cinque le vittime e un disperso falciati dallo «tsunami» tentacolare. Novembre è sinonimo di diluvio in Italia. Alluvione del Polesine: novembre 1951. Alluvione di Firenze: 4 novembre 1966. Per poco anche il Vajont, 9 ottobre 1963, non appartiene a questo oceano d'acqua tardoautunnale che dall'altro giorno assume l'aspetto di una necropoli: l'onda di maltempo ha sradicato un cimitero. Il muro alto cinquanta metri del camposanto della Biacca a Bolzaneto nel genovese è crollato. Settanta bare e cassette ossario, scalzate dalle correnti del rio Barra e dal Polcevera, galleggiavano come una flotta sinistra andando verso il mare. Dal terrore i bambini sono scoppiati in lacrime e saranno queste lacrime a dire che la felicità e la paura dei piccoli non si perderanno mai sotto la pioggia. Che succede? Un mese così non si era mai visto, perché non si tratta di un fiume o di una diga che impazziscono ma di una rete di corsi, rivi, ruscelli.
Dalla Liguria al Piemonte, dalla Lombardia al Veneto se ne sono andati dal loro letto naturale. La terra stessa è diventata un unico fiume sterminatore. «In Liguria saremo arrivati a un miliardo di danni» ha detto il presidente della Regione Claudio Burlando. Un miliardo. E poi il dramma degli sfollati: novantanove famiglie evacuate a Genova; 180 quelle isolate nell'entroterra.
I morti danno un segno: sono ovunque. Due le vittime in Lombardia. Il crollo di una villa a Cerro di Laveno, in provincia di Varese, schiacciata da una frana, ha spaccato la vita di un uomo di 70 anni e quella di sua nipote, una ragazza di 16 anni. Una morte «giovane» anche in Piemonte, una ragazza di 21 anni. La sua auto ha sbandato alla periferia di Alba. È affondata nel rio Baraccoi. Sotto una frana a Davesco - Soragno, villaggio sulle alture di Lugano, hanno perduto la vita due donne di 34 e 38 anni. Delle altre cinque persone che erano in casa, un uomo di 44 anni di cittadinanza italiana è in gravi condizioni.
Non si sa nulla a Serra Riccò, nell'entroterra genovese, di Luciano Ballestrero uscito di casa per prendere la sua macchina: un torrente se l'è trascinato via. Oggi torna la pioggia, sarà fino a Roma. E i bambini ci dicono che nelle avversità si deve restare uniti. A vegliare su di loro anche 200 militari che stano presidiando l'emergenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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