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L'Isis è tornato più forte: rivendica la mattanza e promette altro terrore

Dopo le débâcle in Siria e Irak la jihad vuole colpire in periferia. «Vendetta per Christchurch»

L'Isis è tornato più forte: rivendica la mattanza e promette altro terrore

È il nuovo Isis. L'Isis risorto dalle proprie ceneri. L'Isis pronto a colpire i luoghi di culto dei crociati, a seminare terrore negli hotel simbolo dell'Occidente e a vendicare i musulmani ammazzati nelle mosche di Christchurch. Che dietro la mattanza di Colombo e dintorni ci fosse lo Stato Islamico non ci voleva molto per capirlo. Ma ieri Amaq, l'agenzia stampa del defunto Califfato, lo ha confermato. Nel giro di poche ore ha diffuso in rete la rivendicazione delle strage, i nomi dei kamikaze, le foto di tre di loro e le immagini filmate del patto di morte. Nel video i sette kamikaze in tunica nera, con il volto e il capo nascosto sotto le kefiah bianche e nere, giurano nelle mani di Moulvi Zahran Hashim, il predicatore jihadista indicato come il basista locale e il mandante degli attentati. La rivendicazione e il video di Hashim ripreso mentre agita un kalashnikov e incita i sette attentatori a sacrificarsi nel nome dell'Islam dimostrano che la macchina propagandistica dell'Isis funziona ancora e non è stata minimamente intaccata dalle sconfitta di Raqqa e Mosul.

La vera novità è la strategia inaugurata con queste stragi. Una strategia che tiene a battesimo l'Isis 2.0, ovvero l'Isis rivisto e corretto dopo le debacle siriane ed irachene. Se un tempo l'organizzazione terrorista puntava a raccogliere i jihadisti di tutto il mondo attorno ad un Califfato capace di controllare vasti territori e contrapporsi agli infedeli alla stregua di uno Stato ora Abu Bakr Al Baghdadi, e gli altri leader sopravvissuti, sembrano aver avviato un radicale cambio di strategia. Il nuovo disegno consiste nel rimandare a casa i militanti stranieri formatisi nella difesa del defunto Califfato, sfruttare l'appoggio logistico di formazioni jihadiste locali come il National Thawheed Jamaat (Partito nazionale del Monoteismo) del Moulvi Zahran Hashim e colpire in paesi considerati una sorta di ventre molle del nemico. Così paradossalmente lo Sri Lanka dove, l'attacco terrorista era stato annunciato da molte intelligence stranieri, diventa per l'Isis l'equivalente di quella remota Nuova Zelanda dove nessuno poteva prevedere la strage delle moschee progettata dal suprematista Brenton Tarrant.

Paralizzato da una faida tra il presidente e il primo ministro che ha bloccato i servizi di sicurezza e reso inutili le segnalazioni degli imminenti attacchi il paese è diventato il palcoscenico ideale su cui ambientare la rappresaglia per il massacro di Christchurch. E alla realizzazione del piano hanno contribuito le decine di jihadisti srilankesi rientrati dalla Siria e dall'Iraq negli ultimi mesi. Lo schema se vogliamo non è interamente nuovo. L'Isis lo aveva già messo a punto nel 2015 quando decise di vendicarsi della Francia colpevole di bombardare il Califfato. Allora il ventre molle prescelto fu quello di un Belgio vicino a Parigi, ma noto per la superficialità dei suoi servizi di sicurezza e per la libertà d'azione concessa ai jihadisti in zone come Molenbeek nel cuore di Bruxelles. Allora a organizzare la vendetta venne mandato Abdelhamid Abaaoud, un belga d'origini marocchine spedito indietro dalla Siria, dov'era andato a combattere, assieme ad un artificiere e qualche kamikaze proprio per mettere a punto la rete logistica già garantita dai militanti islamisti di Molenbeek. Stavolta non è andata diversamente.

I jihadisti srilankesi, coadiuvati probabilmente da un artificiere incaricato di confezionare giubbotti e zaini esplosivi, hanno utilizzato per muoversi e nascondersi la rete locale del National Thawheed Jamaat un piccolo gruppo jihadista indicato inizialmente come il responsabile degli attentati.

E a coordinare l'azione sul posto ha contribuito l'Imam Moulvi Zahran Hashim il predicatore jihadista leader del gruppuscolo che nei video diffusi da Amaq conduce il giuramento di fedeltà e morte celebrato dai sette kamikaze.

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