La «cortina di silenzio», citata dal presidente Mattarella. La memoria spaccata. Il lungo silenzio, il negazionismo, le offese, il disprezzo, le colpevoli omissioni durate più di mezzo secolo.
Prenderanno il via questa mattina al Monumento della Foiba di Monrupino le celebrazioni del Giorno del Ricordo che continueranno al Sacrario della Foiba di Basovizza. A onorare le vittime delle Foibe e dell'esodo giuliano-dalmata ci saranno il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, il presidente della Regione Friuli, Massimiliano Fedriga, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato (Pd), la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, i deputati di Forza Italia Roberto Novelli e Sandra Savino e le esponenti dem, Debora Serracchiani e Tatjana Rojc.
«L'Italia si è ricordata troppo tardi. Follemente c'è del negazionismo da parte anche di qualche organismo che prende denaro pubblico e che finge che queste migliaia di morti non siano mai esistiti» dice Salvini. «Ci sono tanti che si riempiono adesso la bocca con i profughi quando, negli anni Cinquanta i profughi italiani, istriani, fiumani e dalmati non li volevano vedere. Però siamo nel 2019: guardiamo avanti, onoriamo la memoria di tutti i morti».
Per Forza Italia è Anna Maria Bernini a ricordare che «fu il presidente Berlusconi (nella foto), nel 2004, a volere questa celebrazione affidandole il compito, ogni anno, di sollevare il velo di silenzio ideologico steso per troppo tempo sulla tragedia delle foibe e sulla pulizia etnica messa in atto dai comunisti titini, una storia che troppe generazioni del secondo dopoguerra non hanno potuto nemmeno leggere sui libri di scuola». «È un preciso dovere civile, dunque, onorare le tante vittime di cui non sarà mai possibile conoscere i nomi, e per ricordare le disumane sofferenze di istriani, fiumani e dalmati costretti all'esodo, all'abbandono della propria terra, dei propri beni, e spesso delle proprie famiglie», continua la presidente dei senatori azzurri. E anche Mariastella Gelmini ricorda che «la congiura del silenzio è finita ufficialmente nel 2004 con l'istituzione del Giorno del Ricordo. Nonostante questo ogni anno revisionisti e negazionisti provano a minimizzare la portata di quei fatti tragici».
Per Fratelli d'Italia prende la parola Giorgia Meloni. «Fratelli d'Italia ringrazia il presidente Mattarella per le parole pronunciate. Un discorso di alto livello che rende giustizia ai martiri delle Foibe uccisi dai titini e ai nostri connazionali costretti a lasciare la loro terra per sfuggire alla pulizia etnica del maresciallo comunista Tito.
Particolarmente significative la condanna di ogni forma di negazionismo e la denuncia dell'intollerabile cortina di silenzio che, per troppo tempo e per interessi politici, è calata su questa pagina della nostra storia».
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