Roma Quindici grammi di cannabis da tenere in casa senza chiedere autorizzazioni, cinque grammi con i quali sarà possibile circolare fuori casa, possibilità di auto-coltivazione fino a cinque piantine. Senza dimenticare una ulteriore opzione: quella di associarsi con altri (fino a 50 persone) per la coltivazione collettiva di cannabis.
E' questo ciò che prevede in pillole il «testo Giachetti» che sarà all'esame della Camera il 25 luglio, prima proposta di legalizzazione parziale delle droghe leggere ad arrivare in aula a Montecitorio. Il testo, firmato da 294 tra deputati e senatori facenti parte dell'intergruppo «cannabis legale», nasce per iniziativa del sottosegretario Benedetto Della Vedova e modifica in maniera profonda le regole attuali. Vengono indicati i quantitativi massimi che si possono detenere in casa e fuori. Si possono derogare questi limiti, ma è necessario dimostrare che il possesso di cannabis è per uso terapeutico e non ricreativo. Per quanto riguarda l'auto-coltivazione può cominciare dopo che si è data comunicazione all'Agenzia dei monopoli e vale la regola del silenzio assenso.
Uno degli obiettivi principali di questa legge è la lotta alla criminalità organizzata. Favorevoli i magistrati antimafia da cui arriva un parere positivo anche se Paolo Borsellino nel 1989, rispondendo a una domanda di una ragazza durante un incontro pubblico a Bassano del Grappa, disse che liberalizzare la droga per combattere il traffico clandestino «è da dilettanti di criminologia». Inoltre anche il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, in prima linea su questo fronte si è schierato con forza contro il provvedimento.
Naturalmente l'approvazione è tutt'altro che scontata. A Montecitorio le commissioni congiunte di Giustizia e Affari sociali hanno adottato il testo unico da portare in votazione ai deputati e c'è tempo fino a oggi per presentare emendamenti. Le divisioni all'interno dei vari gruppi sono profonde con il Movimento 5 Stelle schierato a favore. Ieri è arrivata la presa di posizione contraria di Beatrice Lorenzin. «È evidente che continuerebbe dunque a esserci un traffico parallelo molto importante nei confronti dei minori. Questa è la prima ragione per cui sono contraria. La seconda, che attiene maggiormente al mio ruolo di ministro della Salute, è che il consumo di droghe è pericoloso per la nostra salute fisica e psichica». Per Della Vedova, invece, «il mercato liberalizzato è quello che c'è oggi, nelle mani della criminalità. Un mercato senza orari, barriere, controlli, incentivato dagli enormi guadagni garantiti dal monopolio illegale».
Il deputato Alessandro Pagano fa notare, però, che «il ddl Giachetti è stato sostanzialmente spacchettato dal provvedimento sull'uso della cannabis a fini terapeutici, c'è qualcuno che vuole utilizzare come cavallo di troia proprio l'uso terapeutico per far passare la liberalizzazione tout court. Il centrodestra farà le barricate».
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