Macron gioca in difesa: "Sciocchezze su Benalla. Lui non è il mio amante"

L'ex collaboratore indagato per le violenze del primo maggio: "Presto sarò io a parlare"

Macron gioca in difesa: "Sciocchezze su Benalla. Lui non è il mio amante"

E mmanuel Macron prova a serrare i ranghi di una maggioranza destabilizzata. Sette giorni di imbarazzo per i marcheurs dopo le rivelazioni di Le Monde seguite all'inazione del presidente e del suo gabinetto di fronte al comportamento di Alexandre Benalla, il tuttofare presidenziale accusato di «tradimento» da Macron 85 giorni dopo i fatti del 1° maggio. Le autorità avevano soprasseduto vista la particolare condizione. Poi il video viene fuori e il mondo politico passa ai raggi X l'entourage presidenziale. Al presidente non va giù, lancia parole di sfida martedì sera davanti alla pattuglia di oltre 300 tra deputati e membri del governo. Porte chiuse. Ma 8 francesi su 10 vorrebbero che si esprimesse pubblicamente e non protetto in una specie di Panic room.

«Se cercano un responsabile, sono io e io soltanto. Io ho dato fiducia a Alexandre Benalla, io ho confermato la sanzione. Questa non è la Repubblica dei capri espiatori, la Repubblica dell'odio. Non si può essere capi solo nella buona sorte. Se vogliono un responsabile, ce l'avete davanti. Che vengano a cercarmi. Io rispondo al popolo francese, al popolo sovrano», dice protetto dai suoi. La reazione corre sui social. Oltre 15mila persone sono pronte a raccogliere la sfida del presidente riunendosi attorno all'evento virtuale Allons chercher Macron, su Facebook, mentre su Twitter l'hashtag è già in cima alle tendenze (#AllonsCherchezMacron).

Il presidente esca dalla Panic room dove si è rifugiato, gridano le opposizioni. Se non lo fa lui, certamente lo farà Alexandre Benalla, indagato che rischia tre anni di carcere: «Dopo tutto quello che ha fatto per Macron, si aspettava parole di sostegno, invece si accusa. Tutti parlano di lui, ma molto presto darà lui stesso la sua versione dei fatti», dice il legale. L'ex bodyguard non ha gradito affatto le parole del presidente, che martedì sera non ha perso occasione di rispondere ai rumors su una loro presunta relazione particolare. Benalla aveva le chiavi della villa di Touquet, residenza della coppia Macron-Brigitte. Ma nessun giornale francese ha trovato traccia di liaison extraprofessionale. Eppure Macron ha voluto smentire: «Benalla non è il mio amante, non vive in un appartamento di 300 metri e non ha i codici nucleari, parlamentari e giornalisti dicono sciocchezze». Ieri sera ha rincarato la dose: ««Negli ultimi giorni avete detto un sacco di sciocchezze sui presunti salari, benefici. Tutto questo è falso». Quel che è certo, è che il 26enne ha intascato lo stipendio di maggio integralmente nonostante la sospensione di due settimane. «Scandaloso», «sanzione fittizia», si indignano le opposizioni.

Il capo dello staff di Macron ieri ha ammesso l'inspiegabile contraddizione. Ha ceduto sulla graticola dell'inchiesta del Senato che durerà altri sei mesi (l'affaire è dunque tutt'altro che chiuso). Quella della Camera rischia invece di essere soffocata: «Inutile ascoltare altri membri del gabinetto del presidente», ha sentenziato la deputata di En Marche! che presiede la commissione dell'Assemblea nazionale proprio quando comincia a venire a galla lo scandalo. Il suo vice, il repubblicano gollista, si infuria e scoppia la bagarre: «Non accetterò che l'ostruzione da parte di una maggioranza agli ordini dell'Eliseo». Cauto il portavoce del governo, Benjamin Griveaux: «Rispettiamo la separazione dei poteri, le somme saranno tirate al rientro». Dopo l'estate.

Intanto ieri la polizia si è presentata

all'Eliseo. L'inchiesta giudiziaria prosegue. Perquisito l'ufficio di Benalla a cui era stato formalmente tolto il badge tra il 4 e il 18 maggio. Ma se ha incassato lo stipendio potrebbero venire a galla altre «incongruenze».

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