John era il nono figlio di Mary Ann e oltre che il penultimo era il suo preferito, l'amore degli amori. Il padre Junius, attore drammatico di qualche talento e molte dissolutezze era già sposato in Inghilterra quando fuggì in America con Mary Ann e mai raccontò allo sposa abbandonata di quella ragazzina di diciotto anni che faceva la fioraia a Londra con cui era fuggito. Quando il suo John, John Wilkes Booth, assassinò Abramo Lincoln con un colpo alla testa il suo unico pensiero fu gridare «Ditelo alla mamma che sono morto per il mio Paese...». Anche per Teresa il piccolo Alfonso, il quarto della cucciolata era il preferito. Soprattutto dopo che il figlio fu costretto dalla morte del padre barbiere Gabriele, a diventare il capofamiglia. Era lei, che di mestiere faceva la cucitrice, ad averlo educato all'eleganza. Quando andava a trovarlo in galera diceva sempre: «Il mio Alfonso è un bravissimo ragazzo». Nessuno ha mai avuto il coraggio di contraddire la mamma di Alfonso Capone, detto Al.
Se è vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli qualche dubbio che quelle dei figli possano ricadere sulle madri ti viene, soprattutto oggi che è la festa della mamma. Sono le uniche ad aver amato senza se e senza ma gli uomini più odiati della Storia, perché ogni scarafone è bello a mamma sua, nonostante i milioni di madri in lacrime che il loro passaggio sulla terra ha lasciato.
Trovare un comune denominatore tra queste mamme per cercare una genesi del male, è impossibile semplicemente perché non c'è. Klara Polzl, madre di Adolf Hitler, slavata e fragilina, era una ragazzetta bavarese semplice e senza istruzione. Rosa Maltoni invece, mamma di Benito Mussolini, era energica, cattolica devota e maestra in una scuola elementare. Non potevano essere più diverse. Klara aveva avuto quattro figli tutti morti in culla: gli sopravvisse solo quello sbagliato, Adolfo appunto, lei visse sempre terrorizzata che morisse anche lui. Si salvò in extremis Saddam Hussein: la mamma Subha Tulhaf al-Mussallat voleva abortire dopo la morte del marito ma una levatrice la convinse a ripensarci. Nonostante l'indifferenza nell'allevarlo quando morì, nel 1982, Saddam fece costruire un santuario a Tikrit per onorare «la Madre dei militanti». Lo stesso fece Hitler con Klara: il 12 agosto, data del suo compleanno, proclamò la «Giornata della Madre tedesca». L'adorava più di se stesso.
Schiave entrambe furono le madri di Stalin e Bin Laden. Ekaterina Ghelaze Dzugasvili aveva i capelli rossi, veniva da una famiglia di servi della gleba di un paesino caucasico e il marito alcolizzato la picchiava ogni due per tre. Manteneva tutti con il suo lavoro di lavandaia e cucitrice, non imparò mai a parlare il russo nemmeno quando il suo Giuseppone divenne lo zar rosso dell'Unione Sovietica. Anche a lei, come alla mamma di Hitler, morirono i primi due figli, il terzo, purtroppo, sopravvisse, sconfiggendo pure il vaiolo e un'infezione al sangue. Alia Ghanem, figlia di un commerciante siriano, fu chiamata con disprezzo «la schiava» dalla famiglia Bin Laden dove non si integrò mai. Qualche attenuante ce l'hanno: Ekaterina Stalin per tutta la vita cercò di far diventare Giuseppe un prete, Alia Bin Laden ha potuto vivere con Osama solo qualche mese, quando lui aveva 10 anni, perché la famiglia non voleva che fosse lei ad educarlo.
Tutto il contrario di Agrippina che pur di vedere Nerone imperatore avvelenò il secondo e il terzo marito prima che Nerone eliminasse lei, ma è un caso perché le mamme dei cattivissimi erano tutte buonissime. Marie Elenore Maille de Carman, dama di compagnia della famiglia reale, e madre del marchese De Sade si ritirò fino alla morte in un convento carmelitano di Parigi. De Sade evase quando seppe che stava morendo ma non riuscì ad arrivare in tempo: fu arrestato per una spiata della suocera. Vannozza dei Cattanei, amante di Papa Alessandro VI, e madre di Cesare Borgia lasciò tanto di quel denaro alla chiesa dove fu sepolta che i monaci agostiniani celebrarono per duecento anni messe per la sua anima. Zerelda Cole James portava sempre in chiesa il figlio, Jesse il bandito.
Si sposò tre volte, l'ultima con un medico, e un giornalista che la intervistò la descrisse come «aggraziata nel portamento e nei gesti, di contegno caldo e tranquillo con un'increspatura di fuoco che ogni tanto emerge sulla placida superficie». La mamma, spiega la saggezza popolare, dovrebbe essere come una trapunta tenere i figli al caldo, senza soffocarli. Qualche eccezione però sarebbe stata gradita...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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